MY BODY ATLAS

30 novembre h22.30
Lenz Teatro | Sala Est

Jan Voxel Digital Art
MY BODY ATLAS

Jan Voxel Digital Art
MY BODY ATLAS

My body Atlas è uno sguardo “oggettuale” sul corpo: il corpo diventa oggetto di osservazione e strumento di creazione da parte dell’artista. In questo senso, l’opera si colloca pienamente all’interno della riflessione sulla trasformazione del corpo, tipica della pratica artistica a partire dalla body art.
A differenza di quest’ultima, la trasformazione che My body Atlas attua sul corpo non riguarda il corpo-in-pre­senza – la performance – ma è attuata sull’immagine del corpo, sulla sua rappresentazione a raggi X, bidi­mensionale e digitale.
Le radiografie che compongono l’opera sono intese come veri e propri autoritratti e ritratti (nel caso delle sette radiografie cucite a mano, appartenenti a sette persone diverse).

La video-animazione e le sette radiografie cucite a mano rappresentano dunque altrettanti autoritratti e ritratti che nascondono mappe inaspettate di segni grafici, vere e proprie geografie pronte per essere scoperte e portate alla luce.

Lo sguardo sull’oggetto-corpo coinvolge anche l’osservatore esterno, chiamato a non fermarsi al primo livello di lettura (la radiografia) ma ad un livello interpretativo più profondo (la geografia).
L’artista, nel guardarsi all’interno e nel guardare l’altro da sé, in fase di creazione, ha compiuto uno sforzo immaginativo che, per essere compreso, richiede un tempo e uno sforzo all’osservatore.
L’interno del corpo viene esperito dall’artista come fosse un oggetto indipendente; l’osservazione porta ad una arbitraria decisione di sottolineature, di emersione di segni inscritti nelle parti anatomiche. Non dunque una mera esposizione del corpo allo sguardo esterno, non solo penetrazione in ciò che c’è di più intimo e privato nel corpo (l’apparato scheletrico e gli organi), ma piuttosto una messa in scena della bellezza dei perimetri e dei contorni delle masse organiche.

My Body Atlas è ispezione di un paesaggio inaccessibile agli occhi, microtelecamera che scende per i condotti organici e svela un inframondo segreto e brulicante, incessante battito o lento fluire. My Body Atlas è geografia umana, catturata nel suo furtivo costruirsi fra una stasi eterna e l’altra.

Infine l’opera vuole riflettere sull’autoritratto e sul ritratto come forme di rappresentazione del sé. Abituati a mostrarci nella parte migliore di noi stessi o addirittura come non-siamo-ma-vorremmo-essere, My body Atlas mostra il corpo nella sua vulnerabilità e nella sua fragilità più intima e recondita.

L’essere vulnerabile, attraversabile, disarmato è inteso come qualità e non come difetto.
Se da una parte la radiografia è operazione di indagine diagnostica, sguardo aggressivo ed invasivo tramite apparecchiature tecniche, immagine di un corpo immortalato nella malattia o nel trauma, rimando ad ambien­tazione ospedaliera, dall’altra è occasione di confronto sincero con il dolore e la morte.
La pratica lenta e laboriosa dell’arte generativa, cucitura zen di algoritmi sur mesure, cammino faticoso e solita­rio su crinali digitali, ci permette di svelare questo diario interiore, questo atlante inaspettato ed emozionan­te.

Jan Voxel Digital Art
MY BODY ATLAS
Video + installazione di radiografie cucite su supporto luminoso

Produzione | Jan Voxel
Concept, coding, editing |  Cinzia Pietribiasi e Lorenzo Belardinelli
Soundscape | Cinzia Pietribiasi

Durata | 6’30”

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