TRAGEDIA, TEATRO, DÈI NEL PENSIERO DI NIETZSCHE

TRAGEDIA, TEATRO, DÈI NEL PENSIERO DI NIETZSCHE
VENERDÌ 12 NOVEMBRE h 20:45
Lectio Magistralis di Susanna Mati | filosofa

Che ruolo hanno la tragedia, il teatro, gli dèi (in particolare Dioniso), nel pensiero di uno dei filosofi più influenti della modernità, Friedrich Nietzsche? E soprattutto: tragedia, teatro e divino sono necessari al pensiero in quanto tale? O, per meglio dire, è connaturato alla filosofia un elemento scenico, teatrale, dal momento che essa si muove, come qualunque altro sapere umano, in quella realtà che Nietzsche definisce, una volta per tutte, come “parvenza” (Schein)? Se la filosofia si muove all’interno dell’intrinseca tragicità del mondo apparente, qual è il legame, allora, tra il pensiero e ciò che sta all’origine di ogni tragedia, il mito? E qual è il legame, di conseguenza, tra pensiero e teatro? In questa conferenza proveremo a dare risposta a queste e altre domande, attraverso la riflessione – sempre in-attuale – e l’azione stessa del grande filosofo.

Ognuna delle parole di Nietzsche è da sempre anzitutto un enigma: superuomo, volontà di potenza, eterno ritorno, nichilismo, morte di Dio. Forse la sua parola non vuol dire troppe cose. Forse Nietzsche non era un filosofo ma un grande commediante, un imitatore di  voci, un burattinaio che non crede a quel che dicono ai burattini, mira semmai a produrre un effetto “estetico”. Forse la sua  non  è una filosofia ma un’opera  d’arte, un’operazione  artistica, una  sorta di happening. Qualcosa che chiede di essere attraversato e lasciato alle spalle. Perché essere nietzscheani oggi significa smascherare il maestro che ci ha insegnato le virtù dello smascheramento.

 

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