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01-tmI PROMESSI SPOSI 014
di Lenz Rifrazioni 

 

Hab 14 thHABITAT PUBBLICO 014
Performing + Visual Arts

 

trasduzioni i TRASDUZIONI. HAMLET 1999-2013
Seminario
23 gennaio 2014
Università Orientale, Napoli

 

thumbI PROMESSI SPOSI
Creazioni contemporanee
dal 16 al 24 novembre 2013
a Lenz Teatro

 

thumbLA GLORIA
Creazioni contemporanee
dal 27 novembre al 1 dicembre 2013
a Lenz teatro

Chi sa se il sole sa ?

Chi sa se il sole sa ?
Exit Toschi frammenti dal Primo Amleto di William Shakespeare
29 maggio ore 21 Lenz Teatro Parma


riscritture e adatamenti originali degli allievi

esito condotto da Francesco Pititto

 

Allievi in funzione d’attore || Ilaria Bonini, Arianna Cantoni, Lorenzo de Lellis,Lucia Donadio, Lucrezia Ganazzoli, Lorenzo Morelli, Edoardo Nicoletti, Chiara Pappalardo, Greta Peddio, Marianna Saggese, Constanza Salvarani,

Chiara Teggi, Marianna Toscani, Monica Zampella

 

Assistente alla scena e riprese esito finale || Filippo Mora Scheda critica || Lorenzo de Lellis

 

Allievi in funzione d’attore per le immagini filmiche || Giulia Attenasio, Giacomo Bianchi, Eleonora Bonanzinga, Sara Colacino, Valentina dall’Alio, Giovanni Grassi, Anna Guarinoni,Gaia Mattioli, Giulia Peri Carfani, Marta Rotelli, Eleonora Salamone, Davide Sirocchi

 

 

Lenz Rifrazioni presenta venerdì 29 maggio alle ore 21 a Lenz Teatro (via Pasubio 3/ e a Parma), l’ Exit del Corso di Regia Teatrale_Discipline dello Spettacolo della classe IV B (con la partecipazione della V B) del Liceo D’Arte “Paolo Toschi” di Parma condotto da Francesco Pititto, in veste di docente di regia teatrale. La IV B presenta la performance teatrale CHI SA SE IL SOLE SA ? tratta da Il primo Amleto di William Shakespeare nella traduzione di Alessandro Serpieri (“il monumento del teatro occidentale in una forma piu’ arcaica, piu’ breve, piu’ barbara, nella versione scoperta nel 1823 e oggetto di numerose ricerche e studi tutt’ora in corso. Il testo, tradotto per la prima volta in italiano, rappresenta un’ottima introduzione alla drammaturgia e alla messa in scena.”) e oggetto di studio e indagine drammaturgica del corso annuale – che sviluppa un quadro di sequenze performative con azioni attorali singole e collettive, improvvisazioni coreografiche e un impianto scenico composto da immagini digitali realizzate dagli allievi della classe V B. L’ esito verrà rappresentato per un pubblico di invitati. L’ingresso è gratuito.

Dalla lettura all’analisi approfondita del testo originale, dalla drammaturgia al lavoro d’improvvisazione, dalla memorizzazione dei frammenti alla riscrittura e all’adattamento di alcuni frammenti del testo da parte degli allievi - finalizzati alla stesura del copione finale -, alla realizzazione drammatica e performativa definitiva, gli studenti di entrambe le classi si sono impegnati nell’apprendimento degli elementi fondamentali di tutti i diversi e complessi aspetti che mirano alla creazione e alla messa in scena di un’opera classica del teatro barocco inglese e alla sua traduzione scenica contemporanea. Il corso di regia si è articolato durante l’anno scolastico in quattro ore settimanali che hanno avuto luogo sia presso l’Istituto Toschi che a Lenz Teatro.

L’obiettivo è stato quello di fornire agli allievi una serie di strumenti linguistici di base (anche attraverso la visione commentata di versioni cinematografiche dell’opera teatrale) attraverso i quali poter leggere un testo teatrale approfondendo i meccanismi fondamentali che danno vita alla scrittura scenica, alla drammaturgia, al lavoro dell’attore e ai primi elementi della messa in scena. Il teatro contemporaneo è da tempo composto da molteplici linguaggi tra cui l’immagine e il suono: su questa linea si è strutturata la performance delle classi producendo una scenografia virtuale fatta di sequenze video (realizzate e interpretate dagli allievi della classe V B) e da una drammaturgia sonora realizzata con registrazioni off delle voci recitanti degli stessi allievi.

Il lavoro di riscrittura drammaturgica, partendo dal testo originale, si è sviluppato, in particolare, intorno ai nodi drammatici del to be or not to be (io qui o io non qui), della finta follia di Amleto e della follia reale di Ofelia, della figura di Ecuba, della fragilità della carne e del pensiero. “Nel travaglio della crisi epocale tra Cinque e Seicento, una crisi di conoscenza e di valori (molto simile a quella che stiamo vivendo) la nuova coscienza tragica che Amleto esprime in modo esemplare equivale a una vertiginosa percezione dello svuotamento del modello simbolico del mondo, non ancora compensato da nuove sicure coordinate conoscitive. Il modello implode nella coscienza divisa di un nuovo Soggetto, che si sperde. E quello sperdimento è l’insegna stessa della modernità.” Un’opera mito della drammaturgia occidentale che rappresenta un ottimo esercizio per una messa in scena delle inquietudini giovanili e contemporanee.