BODY OF EVIDENCE

installazione | Maria Federica Maestri | Carmelo Marabello
video | Francesco Pititto | Carmelo Marabello

Body of Evidence è una visionaria opera installativa curata da Maria Federica Maestri e Carmelo Marabello.
Oggetti di memoria, memorie di oggetti. Reperti. Prove. Quello che resta. Frammenti. Catalogo di gesti e segni. Catalogo di reperti. Destino temporaneo. Evidenza. Evidence.
Oggetti d’affezione, i reperti assegnano ai magazzini un destino, consegnano al catalogo la traccia lasca di un calendario. Didascalie materiali di eventi, tag di performance, gli oggetti di scena attendono il codice a barre di uno sguardo, la madeleine digitale di un audio, l’impressione tattile di un gesto di ordine e di identificazione. Nella polizza assicurativa di un box o di uno scaffale, gli oggetti posano comunque, si posano posati, nuovo stato dell’happening, altro acting,. Classi di oggetti, classi di segni. Classificazioni. Altri festival di sguardi e indagini.
Nel disordine di un abbandono, gli oggetti di scena risultano, invece, come le trame abbandonate dalla vita di un disastro, di volo o di terra che sia. Quello che ancora resta. O rinviene, come postura di altri disegni, nelle inespresse possibilità delle affezioni, come già nel piccolo mantra che qualunque valigia, qualunque shopper presenta, scena privata di un teatro ordinario e talvolta primario e traumatico di piccoli effetti e appartenenze, nei portatili bric à brac dell’anima quotidiana. Ordini e casi, contenuti da poverissime plastiche o pelli sontuose e griffate, che formano e accompagnano l’agire mobile di molte vite. O rassegnano l’agire mobile di molte morti. Casualties del movimento. Dello stallo. Di una caduta. O perdita.
Matrice dissipativa di equlibrio.
Ma nell’ordine aereo e trasparente delle plastiche e dei soffitti, in quest’ordine assolutamente occasionale e temporaneo, prove evidenti del respiro degli oggetti, questi reperti sembrano rilasciarsi ed allentarsi come maschere di ossigeno di moderni cockpit collettivi, improvvisi aereo-mobîles, da altre abitudini e ambienti. Aria sopra le teste, sguardo innalzato, volta d’occhi. Come evidenze possibili di altri giochi, o ingaggi di linguaggi. O come riparo, appunto sospeso, traccia mimetica di eventi e di scena. Attesa lieve di altre azioni, destinazioni istantanee, ancora per gli occhi e per le diverse attenzioni. Corpi, infine, di altri possibili reati , di altri consumi, di altri e nuovi immaginabili embodiment. Come verbi cristallizzati in nomi, segni come posture 3D, evidenze di altre, possibili, prove. Vocazioni di tatto cellophanate e protette da dita, acari, anidride carbonica umana, e altre possibili intemperie, contaminazioni. Reperti indicati e segnalati, assegnati all’indice di una nuova evidence. La prova da farsi e formarsi nel tribunale sensibile degli occhi. Sipario, senza ironia, sulla storia. Prove senza più sipario.

 

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