BRUNO LONGHI

Lenz riprende la propria ricerca sulle drammaturgie ispirate ai temi dell’Olocausto e della Resistenza presentando – in occasione delle celebrazioni per il 70° anniversario della Lotta di Liberazione – una nuova messinscena di Bruno Longhi – lavoro dedicato ad una figura chiave del movimento di resistenza antifascista. Torturato e assassinato dalle SS di stanza a Parma, il suo corpo non è mai stato ritrovato. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma.

 

Bruno Longhi è una figura chiave del movimento di Resistenza antifascista a Parma. Torturato e assassinato dalle SS di stanza a Parma, il suo corpo, cercato inutilmente dal fratello Giovanni, da Parma a Bolzano, non è mai stato ritrovato. Con il rigore formale e analitico che caratterizza ogni fase del processo creativo di Lenz, continua la ricerca sulle drammaturgie ispirate ai temi dell’Olocausto e della Resistenza con un nuovo allestimento di Bruno Longhi, opera con testo originale di Francesco Pititto. Scritto nel 1991, il testo nasce dalle testimonianze dei familiari – le sorelle Maria e Giacomina, e dei compagni di Bruno Longhi, certamente una delle personalità più rappresentative della Resistenza parmigiana. Dal fitto racconto delle sorelle si ricavano molteplici quadri di vita di Bruno Longhi, della sua personalità “europea”, dall’interesse alla letteratura, alla musica, al cinema, allo studio delle lingue, compreso il tedesco, “lingua del nemico”. La creazione scenica ne vuole trasferire, in una visione contemporanea, tutta la vitalità intellettuale e la sensibilità umana. La documentazione era stata raccolta in collabo-razione con l’Istituto Storico della Resistenza di Parma. Un pezzo di storia italiana che fa risuonare echi di corpi insepolti antichi quanto il teatro e si rifrange in un presente che fatica a ricordare solo fino a qualche decennio fa. Il tempo della storia appare più distante di quanto non sia realmente.

1945-2015, sette decenni appena per una tragedia identica a quella di qualche millennio fa: Antigone e l’agone mai conclusa tra potere e natura, tra giustizia degli uomini e giustizia divina. Complementare all’opera teatrale, la lettura per le scuole dal titolo Viale San Michele, che contiene diversi testi relativi all’attività della Gestapo nazista nei locali situati nella via indicata dal titolo. Una documentazione visiva, raccolta negli stessi locali, consistente in graffiti presenti nelle stanze di detenzione e realizzati dai numerosi prigionieri, costituisce parte della performance. A distanza di quasi venticinque anni dalla prima messinscena, in occasione del Settantesimo anniversario della Liberazione, Lenz Fondazione si impegna in un riallestimento dell’opera traducendo per immagini e suoni la storia di Bruno Longhi.

APPUNTI DELL’AUTORE DEL TESTO (1991)
Il testo è stato scritto senza alcuna organizzazione metrica del verso ma nel rispetto della memoria orale raccolta. La scelta delle parole, il loro colore e il loro movimento all’interno della versificazione, nel procedere verso la definizione del senso storico, rispecchia il modo, la forma del racconto delle sorelle Longhi. I dialettismi, la costruzione delle metafore, il taglio affettuosamente retorico tendono alla restituzione del pathos narrativo e del ritmo emotivo delle persone coinvolte. Il loro amore a distanza, il risentimento, la speranza del ricordo.

APPUNTI DELL’AUTORE DELL’IMAGOTURGIA (2005)
Immagini del mio tempo, persone del mio tempo – Solstizio d’Inverno -, la sala che risuona memoria e presente, i rapaci dalla lunga vista, il gufo Edipo che vede dal di dentro, figure femminili in attesa di luce crescente, resistenza, pazienza sospesa  tra il qui e l’allora, tra il qui e ora, sempre.

PROGETTO RESISTENZA BRUNO LONGHI
MEMORIA E TRAGEDIA DI UNA FAMIGLIA. I FRATELLI E LE SORELLE LONGHI. DA PARMA A BOLZANO, DA BOLZANO A DACHAU, DA DACHAU A ÜBERLINGEN. DUE FRATELLI, IL PIU’ GIOVANE MORTO DI STENTI A ÜBERLINGEN, IL PIU’ VECCHIO TORTURATO E UCCISO DALLA GESTAPO A PARMA. IL CORPO NON FU MAI RITROVATO. LO HA CERCATO INVANO GIOVANNI, IL TERZO FRATELLO.
Il progetto (2015-2017) vuole ricostruire la storia della famiglia Longhi attraverso il racconto, registrato nel 1991, delle sorelle dei due fratelli morti. Il primo, Luigi, morto di stenti nel campo di Überlingen sul lago di Costanza e il secondo, Bruno, ucciso dalle torture inflitte dalla Gestapo. Luigi Longhi nato a Parma l’otto marzo del 1925 fu arrestato e deportato a Bolzano, dopo essere transitato dal campo di Fossoli a Carpi in provincia di Modena, e qui sostò per un periodo nel lager di Via Resia a Gries. Trasferito in treno a Dachau morì il 7 marzo 1945 a Überlingen a soli 19 anni, il giorno precedente il suo compleanno. Dal luglio 1944 il campo di concentramento di Fossoli fu dismesso e le deportazioni continuarono verso Bolzano, uno dei quattro campi esistenti in Italia. Progettato per 1500 prigionieri raggiunse la capienza di ben 4000 presenze. Il campo era gestito dalle SS di Verona e segnalato per le pessime condizioni di vita. Il fratello Giovanni partito in bicicletta da Parma per cercarlo a Bolzano non lo rivide mai più in vita. La sua presenza nel Polizeiliches Durchgangslager – Bozen era stata notata da altri partigiani di Parma. Le vicende di Luigi e di Bruno rivivono grazie alla testimonianza dolorosa delle sorelle Giacomina e Maria raccolta nel 1991 insieme a quella di altri compagni del fratello Bruno. Bruno Longhi nato a Parma il 7 agosto 1909, figlio di Ciro, impiegato contabile presso la ditta Balestrieri di Parma, già nel 1930 aderì alla lotta antifascista. Nel 1932 venne denunciato al Tribunale speciale per attività sovversiva. Fu prosciolto per amnistia, nel decennale della rivoluzione fascista. Coraggioso, riservato, molto intelligente, studiò da autodidatta diverse lingue tra cui il tedesco e lo spagnolo. Nel movimento clandestino era considerato uno dei dirigenti più importanti di quegli anni. Dopo il 1940 contribuì a sviluppare rapporti riservati con uomini rappresentativi di varie tendenze democratiche. Nel 1943 diventò responsabile parmense per la stampa e propaganda. Nello stesso anno fondò “La riscossa”, unica voce locale di opposizione e di lotta clandestina. Anche in campo giovanile, l’influenza del Longhi fu determinante: contribuì alla formazione politica e organizzativa del Fronte della gioventù a Parma, avvenuta verso la fine del 1943. Nella primavera del 1944 riuscì a organizzare una stamperia clandestina in strada dei Farnese, pubblicando “L’Unità” e altro materiale propagandistico. Per la sua partecipazione al gruppo di villa Braga, nel febbraio 1945 venne catturato, torturato e ucciso. Per nascondere l’assassinio, i fascisti ne fecero poi scomparire il corpo.

Testo originale e imagoturgia | Francesco Pititto
Regia e installazione | Maria Federica Maestri
Musica | Andrea Azzali
Interpreti | Valentina Barbarini | Monica Bianchi
Produzione | Lenz Fondazione

In collaborazione con Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Parma
Progetto per le celebrazioni per il 70° anniversario della Lotta di Liberazione

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