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RIFRAZIONI

Riflessioni di critici e studiosi attorno all’opera di Lenz.

 

#6 Emanuela Zanon
critica d’arte > Juliet Art Magazine

I luoghi sono vivi perché vengono abitati dalle persone e il loro significato non si può cristallizzare nella conservazione di un’impersonale memoria storica.

Performare in spazi monumentali e museali è un’operazione rischiosa e sensibile, da condurre in equilibrio su un filo teso: non si tratta né di ambientare l’azione in una scenografia di lusso né di arrogarsi la presuntuosa missione di “ridare nuova vita” a qualcosa che di per sé non l’avrebbe.

Siamo stati a lungo privati delle nostre bellezze storiche, degli spettacoli in presenza e anche della confortante sensazione di essere pubblico, un gruppo di individui temporaneamente cementato dalla condivisione delle stesse emozioni.

Ora, sospesi in un guardingo semi-isolamento, aspettiamo con amorosa trepidazione il momento in cui i nostri musei e palazzi storici torneranno a infestarsi di mormorii e bisbigli di storie taciute e tramandate, di miti popolari, devianze contemporanee e attestazioni di resistenza per riscoprire il senso profondo del dialogo, che forse non è mai stato così prezioso come in questo momento storico.