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L’IMPRONTA DI UN DIO

La poesia di Bacchini rifiorisce tra specie diverse, tutte però interroganti il mistero della vita e della morte. Ognuno di questi poeti/poetesse è Segno, non lasciano segni, ma essi stessi sono il Segno. Nelle crepe del mondo vivono il silenzio e lì si accostano, riparati, al frastuono del tempo, ai fortissimo del vivere e del trapassare. Del ciclo perpetuo. La noche oscura, il lampo nero, la sragione, l’enormità senza limite dell’uomo, i sempiterni, i superni li hanno rigettati, dopo la tempesta, su rive inconoscibili, e indicibili. Lì, nella risacca, si ridonano a noi dopo il naufragio.