BRUNO LONGHI [BLACK]
[BLACK] BRUNO LONGHI
Dal 2015 Lenz Fondazione ha reso permanente il suo storico progetto di ricerca drammaturgica intorno ai temi della Resistenza e dell’Olocausto. Realizzato con la consulenza scientifica dell’Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea viene configurato come attività di studio performativo pluriennale.
In continuità con i programmi artistici avviati negli anni scorsi Lenz Fondazione ha realizzato nel triennio 2016-2018 un ampio progetto di creazioni performative contemporanee, seminari, e giornate di riflessione pubblica, dedicati ai temi della Resistenza e della tragedia europea durante le dittature nazi-fasciste:
2016 KINDER (Bambini)
Sulla tragedia dei bambini ebrei di Parma vittime dello sterminio nazista.
2017 AKTION T4
Sul programma nazista di eutanasia per la soppressione dei bambini nati con malformazioni o portatori di handicap.
2018 ROSA WINKEL. TRIANGOLO ROSA
Sulla deportazione e sterminio degli omosessuali nei campi di concentramento nazisti.
2019 [BLACK] BRUNO LONGHI
In continuità con la ricerca drammaturgica permanente sui temi della Resistenza e dell’Olocausto Lenz ha dato vita a [BLACK] BRUNO LONGHI, dal testo originale di Francesco Pititto sul partigiano parmigiano del quale mai è stato trovato il corpo. Interpreti giovani donne nigeriane residenti a Parma.
A condurre il laboratorio teatrale, che prevede tre esiti aperti al pubblico nell’aprile 2019, sarà Adriano Engelbrecht, storio interprete delle produzioni di Lenz, che così definisce il progetto:
“La parola tragica e la narrazione di una memoria tragica – di un fatto storico, peraltro, accaduto nella nostra città – si fanno patrimonio culturale comune. Parole che appartengono alla nostra storia. Alla Storia dell’uomo. Non è solo il racconto di Bruno Longhi – figura chiave del movimento di Resistenza antifascista a Parma, torturato e assassinato dalle SS il cui corpo non è mai stato ritrovato. È anche il racconto di un dolore mai sopito, generato da una brutale separazione e alimentato da un mancato e disatteso ricongiungimento. L’idea di affidare queste parole ad un femminile spesso strappato e separato dagli affetti più cari e vicini, restituisce il colore di una lingua che non si riconduce più ad una provenienza geografica, ma parla la lingua delle sorelle, delle madri, delle giovani figlie. In una scena salina, bianca, si consuma l’atto perpetuo ed incessante della sepoltura vanificato dall’assenza del corpo. Questo atto si identifica nel rituale crudele del lavoro inutile – spesso insensato, umiliante, effettuato senza le attrezzature, gli indumenti e il nutrimento necessario – nei campi di concentramento e di sterminio tedeschi. Come una clessidra che scandisce un tempo preciso in uno spazio circoscritto, l’azione di costruzione ininterrotta di un cumulo/montagna di sale mentre se ne demolisce un altro e viceversa, e poi ancora, e poi di nuovo, definisce il tempo del racconto e la restituzione della memoria attorno ai corpi assenti e privati di degna sepoltura. La memoria tragica.”
Il progetto è patrocinato dall’Assessorato alla Partecipazione e ai Diritti dei Cittadini del Comune di Parma.
Adriano Engelbrecht nato in Germania nel 1967 vive e lavora a Parma. Poeta, artista, musicista, attore, ha pubblicato Dittico Gotico per Cultura Duemila Editrice (1993), Lungo la vertebrata costa del cuore per I Quaderni del Battello Ebbro (2003), La piscina probatica per Fedelo’s Editrice (2006), Tristano per Lieto colle (2007). Nel dicembre 2015 è uscita, insieme alla poetessa Ilaria Drago, l’ultima raccolta poetica Ubicazione Ignota, sempre per Fedelo’s Editrice. Dal 1989 al 2003 collabora in maniera continuativa come attore, regista, musicista e formatore con Lenz Rifrazioni, partecipando come interprete a numerosi spettacoli dell’ensemble tra cui: Kirillov, le tre stesure de La Morte di Empedocle, Edipo il Tiranno, Antigone, K***, La marchesa von O*, Anfitrione, Catharina di Heilbronn, La Famiglia Schroffenstein, Faust I, Cenerentola, Cappuccetto Rosso e curando la regia di opere tra cui: Riccardo II e Sonetto. Conduce da molti anni un articolato percorso di ricerca sul rapporto tra poesia, arte e teatro. L’ultima produzione poetica si è specificata anche nella forma installativa/espositiva e sonora indagando il rapporto tra parola, segno visivo e composizione musicale. Il suo lavoro è stato presentato in numerosi teatri, musei, gallerie e festival, sia in Italia che all’estero, tra cui il Festival Internazionale della Poesia di Genova, Parmapoesia Festival, Ricercare di Reggio Emilia, Ermo Colle, festival Natura Dèi Teatri. Nel 2014 riprende la collaborazione artistica con Lenz Fondazione che lo vede impegnato come interprete nel progetto dedicato all’Hyperion di Friedrich Hölderlin e in Rosa Winkel (Triangolo rosa) nel progetto Resistenza/Olocausto.
[BLACK] BRUNO LONGHI
in collaborazione con ISREC – Istituto Storico della Resistenza e della Storia Contemporanea di Parma
e con le Cooperative Eidè e Lunaria di Parma
con il patrocinio dell’Assessorato alla Partecipazione e ai Diritti dei Cittadini del Comune di Parma
Testo | Francesco Pititto
Regia | Adriano Engelbrecht
Interpreti | Rachel Agbons, Sunita Ebomah, Stella Edoghayobare, Marriam Iluobe Omonzokpia, Awa Kujabi, Loulou De Montmartre e Sarah Peter
Cura | Elena Sorbi
Organizzazione | Ilaria Stocchi
Ufficio stampa e comunicazione | Michele Pascarella
Cura tecnica | Alice Scartapacchio
Produzione | Lenz Fondazione
È un femminile addolorato, ma forte e intenso quello che popola la scena: un femminile resistente che combatte tutte le battaglie del mondo, quello delle sorelle ‘resistenti’ di Bruno Longhi e quello delle tante sorelle in viaggio che solcano il Mediterraneo.
Fabrizia Dalcò, gazzettadiparma.it, 26 aprile 2019
Quanti significati può avere un semplice mucchietto di sale, usato come solo oggetto di scena? Dal ricordo del mare, pericoloso e attraversato per necessità, al richiamo della terra di sepoltura mai raggiunta, fino al ricordo dei campi di concentramento femminili in cui le donne avevano come compito per 12 ore al giorno spostare montagne di sabbia da una parte all’altra del campo.
Maria Teresa Angella, Gazzetta di Parma, 28 aprile 2019