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La grande cicatrice_Exilium 02
Lenz Rifrazioni presenta, sabato 19 settembre alle ore 21.00 presso il MAV Museo Archeologico Virtuale di Ercolano - all'interno della quarta edizione di Eruzioni Festival indipendent Performing Art- la prima assoluta della performance La grande cicatrice_Exilium 02 e il videofilm Over Construction di Francesco Pititto (ore 20, MAV di Ercolano). Quest'anno Eruzioni Festival, diretto da Agostino Riitano, ha come tema Futuri futurismi - il limite della performance che si terrà dal 14 al 20 settembre. Oltre a Lenz Rifrazioni presentano il proprio lavoro: Socìetas Raffaello Sanzio, Ascanio Celestini, Pathosformel, Ricci/Forte, Canio Loguercio, Effetto Larsen, Zaches Teatro, Naif Herin.
Ascolta l'intervista di Maria Federica Maestri alla trasmissione Aladino di Radiotre La grande cicatrice_Exilium 02 è una performance poetico visuale dai Tristia di Ovidio e dalla Todesfuge di Paul Celan, creazione di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, musica di Andrea Azzali, interprete Valentina Barbarini, produzione Lenz Rifrazioni. Ne La grande cicatrice i versi del poeta latino Ovidio, scritti dalla terra d’esilio a Tomi (l’attuale Costanza) in Romania, accompagnano i versi di Celan, il poeta ebreo rumeno che ha vissuto esule in Francia, ma che ha scritto in tedesco - la lingua della madre e della Shoah - la sua opera più nota (‘Fuga della morte’) dedicata all’orrore del genocidio nazista ed estesa a tutta l’umanità in sofferenza. Il binomio/confronto è costruito attraverso una drammaturgia visiva e materica agìta da due figure femminili, Sulamith - l’Amata del Cantico dei Cantici e personificazione della nazione ebraica - dai capelli color cenere, testimonianza dell’identità giudaica arsa nei campi di sterminio della Grande Germania hitleriana e Margrete - l’Amata dell’Urfaust di Goethe, simbolo letterario femminile della nazione tedesca – la donna dai capelli d’oro della tradizione umanistica ottocentesca. In Over Construction l'affresco della cupola del duomo di Parma affrescata dal Correggio nei suoi dettagli piu’ nascosti diventa il segno portante di una metamorfosi originaria che comprende materia, corpo umano, pensiero e storia, il punto iniziale di una composizione pittorica che tutto ricompone in un unicum di movimento, bellezza e proiezione divina. la potenza della forma ancora impregna la pratica artistica contemporanea, i suoi luoghi di lavoro, l’estetica dei nuovi artefici. E’ un’illusione, come il salire rotatorio dei corpi verso l’alto, verso il punto di fuga dell’anima, verso il futuro con lo sguardo rivolto al passato, a noi, come l’angelo di Benjamin, come l’angelo di Klee.
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