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01-tmI PROMESSI SPOSI 014
di Lenz Rifrazioni 

 

Hab 14 thHABITAT PUBBLICO 014
Performing + Visual Arts

 

trasduzioni i TRASDUZIONI. HAMLET 1999-2013
Seminario
23 gennaio 2014
Università Orientale, Napoli

 

thumbI PROMESSI SPOSI
Creazioni contemporanee
dal 16 al 24 novembre 2013
a Lenz Teatro

 

thumbLA GLORIA
Creazioni contemporanee
dal 27 novembre al 1 dicembre 2013
a Lenz teatro

La grande cicatrice_Exilium 01
performance poetica da Ovidio e Paul Celan | Over Construction_videofilm | 22 agosto Festival Prototipo Savona


creazione || Maria Federica Maestri | Francesco Pititto
traduzione | imagoturgia || Francesco Pititto
installazione || Maria Federica Maestri
interprete || Valentina Barbarini
musica || Andrea Azzali
disegno luci || Gianluca Bergamini
realizzazioni || Luca Melegari
cura progetto || Lisa Gilardino
organizzazione || Mila Rampini
comunicazione || Christian Donelli
produzione || Lenz Rifrazioni
durata || 36 minuti



“Esiliato? Questa parola, o padre, la pronunciano i dannati dell'inferno." . William Shakespeare

Lenz Rifrazioni presenta, all’interno del ParmaPoesia Festival 2009, domenica 21 giugno alle ore 21.30 a Lenz Teatro e sabato 22 agosto all'interno del Festival Prototipo di Savona, La grande cicatrice, una performance poetica dai Tristia di Ovidio e da Todesfuge di Paul Celan, creazione di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto e il videofilm Over Construction con musiche di Robin Rimbaud /Scanner.


In La grande cicatrice_Exilium 01 i versi del grande poeta latino Ovidio dalla terra d’esilio a Tomi in Romania insieme ai versi del grande poeta rumeno che ha vissuto in Francia ma che ha scritto in tedesco, la lingua della madre e dell’Olocausto. Quale miglior location del cortile di una ex-fabbrica ora luogo di creazione artistica? Il Factory Court degli edifici post-industriali di Lenz Rifrazioni, già reso luminoso dalle potenti scariche di sicurezza del cantiere STU Pasubio a lato e illuminato, fin dentro i suoi interni, da proiezioni di contemporaneità, lavoro e memoria performativa. I versi di Ovidio e di Celan allora ri-abitano l’esilio originario in un luogo di ri-costruzione, di ri-salita verso il tempo futuro a cui appartiene il cantiere delle diverse età dell’uomo. Le gigantesche gru a riposo, la curvilinea e stanca gobba del padiglione Nervi, il campanile appuntito del Duomo, le scale di ferro del Lenz: questo lo skyline del presente, sagoma della nuova città in progress. La scena live abitata da corpi prestati al divenire poetico e immagini virtual motion stampate sui muri sbrecciati,

 

Exilium è il nuovo progetto di visual e performing arts realizzato per la parte filmica in Romania che prende in esame – come oggetto di indagine drammaturgica a tutto campo – il termine “exilium” a partire dai Tristia e dalle Epistulae ex Ponto di Ovidio. L’esilio nell’accezione latina è una forma di punizione, molto praticata nel mondo antico e medievale, che consiste nell’allontanamento forzato e obbligatorio di una condannato dalla sua terra d’origine. L’alternativa per chi non osservava quest’obbligo era la pena di morte. Nel mondo moderno all’esilio imposto si è aggiunto l’esilio volontario – exilium volontarium – come negli anni del fascismo o durante la persecuzione degli ebrei mentre nell’oggi la forma più diffusa di esilio volontario è praticata per motivi di sostentamento, di fuga da situazioni di guerra e persecuzione etnica, di difesa della propria vita e di quella dei familiari: con tutto quel che comporta l’allontamento forzato dal proprio habitat sia in termini di relazioni affettive sia di rapporto con il luogo vero e proprio.


In Over Construction, videofilm di Francesco Pititto con musiche di Robin Rimbaud / Scanner l’affresco della cupola del duomo di Parma affrescata dal Correggio nei suoi dettagli piu’ nascosti diventa il segno portante di una metamorfosi originaria che comprende materia, corpo umano, pensiero e storia, il punto iniziale di una composizione pittorica che tutto ricompone in un unicum di movimento, bellezza e proiezione divina. la potenza della forma ancora impregna la pratica artistica contemporanea, i suoi luoghi di lavoro, l’estetica dei nuovi artefici. E’ un’illusione, come il salire rotatorio dei corpi verso l’alto, verso il punto di fuga dell’anima, verso il futuro con lo sguardo rivolto al passato, a noi, come l’angelo di Benjamin, come l’angelo di Klee.