CONSEGNACI, BAMBINA, I TUOI OCCHI da La Ballata di Cappuccetto Rosso di Federico García Lorca installazione scenica | costumi | elementi visivi || Maria Federica Maestri produzione || Lenz Rifrazioni Consegnaci, bambina, i tuoi occhi, creazione di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, è la prima trasposizione teatrale del testo La Ballata di Cappuccetto Rosso di Federico García Lorca (Ugo Guanda Editore 2005), poema in versi scritto nel 1919 dal grande poeta e drammaturgo spagnolo e rimasto sconosciuto fino a metà degli anni Novanta. Il Piano Nobile della Reggia di Colorno, complesso monumentale tra i più prestigiosi del territorio, è al centro di un'ampia installazione di visual e performing art. La creazione è strutturata attraverso un viaggio-percorso per un numero limitato di spettatori in diciassette affascinati sale dell’edificio storico. Un'azione performativa itinerante all'interno della quale la favola lorchiana si costruisce un proprio mondo autonomo di creazione materica e installativa: tra videoproiezioni, oggetti contemporanei che denotano contesti favolistici ( tra orsacchiotti, portiere di camion, vasche da bagno), corpi veri e corpi finti, grandi pannelli illuminati con i corpi dei santi, schermi olografici che mostrano occhi, in un museo generativo di linguaggi artistici che sorreggono un grande percorso filologico di illuminazione del sostrato filosofico ed estetico della ballata lorchiana. La selva buia e pericolosa che attrae smarrimento, un Paradiso capovolto abitato da santi sporchi e brutti, divinità pagane e figure mitologiche, una Vergine crocifissa e sottratta alla sua iconografia di bellezza e perfezione, un San Francesco che nel distacco dalla bambina si mostra come identità oscura di tutti gli spiriti irregolari del creato, dopo aver percorso le soglie più sotterrane dell'umano. Il lupo e la lepre, figure mitiche tra favola e tragedia, custodiscono la bambina ritornata nella selva, elevandola a eroina tragica dell'amore in un mondo che né il poeta, né San Francesco, né l'intera umanità potrà mai più raggiungere. |