EXTATICUS 1.2.3.4.5. Mater Gloriosa
EXTATICUS – 1 Tebaide
EXTATICUS – 2 Magna Peccatrix
EXTATICUS – 3 Mulier Samaritana
EXTATICUS – 4 Maria Egiziaca
EXTATICUS – 5 Penitente
Un’installazione a tema faustiano divisa in cinque sequenze a metà tra arti visive e performance d’attore. In Extaticus si racchiudono una serie di cinque eventi performativi tra arte e teatro creati da Maria Federica Maestri, che prendono il loro nome dalle altrettante visioni di figure femminili che accompagnano Faust nel momento della sua morte.
E’ la morte di Faust il tema centrale di Extaticus, una morte che giunge a conclusione dell’opera capitale di Goethe (1832) e si colloca temporalmente a breve distanza dalla reale morte dell’autore che per oltre sessant’anni si era dedicato alla stesura del suo capolavoro: “Tutto quanto mi resta di vita da ora in poi, posso considerarlo un dono; è senza importanza se scriverò ancora qualcosa o no”, afferma Goethe dopo aver dato alla luce le ultime pagine del Faust.
E’ tradizione pensare che nell’istante che precede la morte si vedano scorrere innanzi a sé le immagini che hanno composto la propria vita: nel momento del trapasso dalla corporeità alla vita spirituale Faust è accompagnato da cinque visioni di figure femminili che lo aiutano a raggiungere una rigenerata, più alta forma d’esistenza. Sono figure che Goethe riprende dalla tradizione cristiana (Magna Peccatrix, Mulier Samaritana, Maria Egiziaca); tra esse, per la rigenerazione di Faust ha un ruolo fondamentale, grazie al suo antico atto di amore sacrificale, Margherita, ora denominata “Una Penitente”.
Extaticus è il nome dato da Goethe a uno dei Padri della Chiesa, intermediari tra l’uomo e Dio, che compaiono a Faust in questa sua progressiva ascensione verso le alte sfere. Pater Extaticus rivela i quattro stati dell’amore eterno: “voluttuoso incendio, rovente nodo d’amore, cocente dolore al cuore, divina ebbrezza traboccante” . Nelle cinque sequenze che compongono l’installazione, il percorso di Faust verso il raggiungimento dello stato spirituale sarà dunque compiuto.
Non un evento meramente visivo, né un formato propriamente teatrale dunque, piuttosto una cornice più ampia che racchiude entrambi, una sorta di azione estetica, una poietica dell’estasi in grado di contenere in sé il corpo dell’attore e quello dello spettatore in un tempo istantaneo e in uno spazio liminare, la soglia che divide l’esistenza dalla sua rappresentazione.
La fruizione delle installazioni di Extaticus avviene per un solo spettatore alla volta.