IL PRINCIPE COSTANTE
El vivir/eterno, es vivir con honra.
Onore di Dio e della sua gloria,
non vanagloria.
Goethe, in una lettera a Schiller nel 1804, scrive: “Se tutta la poesia del mondo dovesse scomparire dalla faccia della terra si potrebbe ricostruirla con il solo Principe costante.” L’opera venne, poi, rappresentata al teatro di Weimar nel 1811.
Don Fernando come mito del cavaliere cristiano solitario, del braccio mortale di Cristo e della sua spada, cioè della piena convinzione del sacrificio del corpo come redenzione del mondo, pietas del rigore e della fermezza dell’uomo solo, nell’affermazione della propria irriducibile debolezza, unica vera invincibile arma di giustizia contro il potere delle armi, delle religioni profane e delle ideologie.
Opposizione tra amore e onore a Dio, tra la vita mortale e la morte vitale, tra l’apparire e l’essere senza disinganni. “ – ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l’afflizione produce pazienza (costanza), la pazienza esperienza e l’esperienza speranza.” (Lettera ai romani, 5, S.Paolo) Dalla mistica di Juan de la Cruz all’ascetismo dell’uomo cristiano.
ASCESI. Da “askésis”, esercizio. Tirocinio spirituale e fisico che, attraverso digiuno, isolamento, meditazione e preghiera procura la perfezione interiore e il distacco dal mondo e dagli istinti.
Il dramma dell’ascesi e della privazione s’intona in una lingua la cui ricchezza, abbondanza e ornamento formano il colore dominante. Il contrasto tra l’esuberante fioritura di linguaggio e il denudamento dell’anima e del corpo dell’eroe producono un effetto unico, l’elemento essenziale di questo dramma barocco per eccellenza.
Diverso da Segismundo e da Cipriano, il principe Fernando è di spirito costante, la sua certezza nel proprio Dio è ferma, risoluta e paziente. Nessun patto con l’ordine o con il demonio, l’unica conquista è nel nome di Dio e niente dev’essere restituito se appartiene a Dio. L’unico regno e l’unico amore è di e per l’unico Dio. La Fabbrica dell’Uomo non deve indugiare, deve avere costanza, esperienza, speranza.
Non c’è posto per altro amore:
L’eroe del dramma calderoniano può ancora esibire autorità estetica (suscitare ammirazione per quelle qualità che lo distinguono dagli altri), etica (educare gli altri attraverso la propria vicenda e la propria parola – essere per gli altri un ponte verso la verità) e religiosa (“accendere con l’esempio” una passione simile alla sua). (M.Cacciari. “L’Arcipelago”, Adelphi)
La messa in scena de “Il Principe costante” di Pedro Calderón de la Barca, ultima traduzione scenica del trittico composto da “La vita è sogno” e “Il Magico prodigioso”, propone un ulteriore approfondimento linguistico ed estetico dell’opera che, in particolare nella creazione di Jerzy Grotowski della seconda metà degli anni sessanta, ha maggiormente contribuito a ridefinire il senso etico dell’attore e del teatro contemporanei.
L’indagine sullo stato di grazia e sulla purificazione – “luce psichica” – praticata dall’attore Ryszard Cieslak rimane un punto di riferimento e di confine tra i differenti valori assunti dal teatro d’oggi. L’incarnazione della figura drammatica del Principe nel corpo dell’attore sintetizza i molteplici stati filosofici, psicologici e psichici dell’uomo globale e dei suoi comportamenti nelle relazioni tra culture e fedi religiose differenti. Ma altrettanto significative sono state le diverse esperienze praticate dalla body-art negli anni settanta, in particolare dall’artista francese Gina Pane, tramite riflessioni e perlustrazioni circa gli enigmi del corpo umano e dei santi martiri, ribelli per vocazione, coraggiosi combattenti non-violenti, eretici, maniacali e rigorosi.
La lunga esperienza degli attori di Lenz Rifrazioni con attori sensibili – in particolare con storie vissute di internamento psichiatrico – ha prodotto profonde riflessioni sull’agire artistico della compagnia.
L’attraversamento delle architetture filosofiche ed estetiche de “La vita è sogno” e “Il Magico prodigioso” ha permesso di oltrepassare la soglia della mera finzione teatrale per sconfinare nel campo dell’assenza della percezione del corpo e del tempo reali. La restituzione di una corporeità a chi l’aveva perduta è stato il principale lavoro attorale che ha perfezionato il quadro drammaturgico. La donazione del proprio corpo come tramite del senso artistico ha permesso di riportare in luce le complesse tematiche dei testi calderoniani presi in esame.
L’attore sensibile porta già in sé il suo Sigismondo, il suo Cipriano, il suo Don Fernando.
Certo l’opera d’arte non può essere che rifrazione mediata di tale condizione umana ma, proprio per la sua vicinanza di stato ascetico (tirocinio spirituale e fisico) con quella dell’attore che ha esperito una sensibile alterità, la trasfigurazione prodotta dal teatro può essere campo comune di sperimentazione per artisti di diversa formazione culturale.
Il sacrificio, il martirio, la grazia, la devozione, l’onore, l’amore sono temi comuni a differenti culture e fedi religiose che hanno contraddistinto la storia di tutti i Paesi del Mediterraneo e “Il Principe costante” potrebbe essere, a distanza di quattro secoli, un interessante esperimento multiculturale e multilinguistico nel territorio della drammaturgia e del teatro contemporanei.
– Saggi critici
IMAGOTURGIA E MELANCOLÍA CONTROMANO.
VERSO TANGERI, CEUTA, FEZ.
PRODUZIONE FILMICA
IN NOVA FERT ANIMUS MUTATAS DICERE FORMAS CORPORA.
Notes on my Little Prince
IL PICCOLO PRINCIPE E IL REBUS DI DIO
L’enigmista del dolore.
Tu chi sei?
E chi sei tu?
Abbandonare il bello e morire per la bellezza.
Amare la porzione e adorare il supremo.
Desiderare l’indebolimento e conquistare la forza.
Ascensione nel decrescimento: cibarsi del digiuno.
Diventare – 0 < meno di zero
Prince’s Adventures in Wonderland:
And what you found there? My Church.
La Chiesa è il buco della fiaba. O meglio IL POSTO NEL SOTTOSCALA.
Il Teatro della Muerte:
Cercare tra il rosso il verde.
Fernando non martire ma soggetto/oggetto di funzione estetica.
Fernando è l’artista di Dio.
Africa_Last Paradise – Now
Per Baby Prince Dio è segno biblico-calligrafico di adolescente vocazione.
Sbarco in Africa_Geografia sentimentale.
In Africa: il Sole inonda con i suoi raggi la bellezza di uomini e bestie.
In Africa: le tigri e le gazzelle vengono cacciate con crudeltà e muoiono soffrendo.
In Africa: il principe vede bellezza e crudeltà.
In Africa: il principe diventa bestia e dà forma alla sua Croce.
La gazzella e la culla
La gazzella e la latrina
La gazzella e la tomba
Yellow/Black=One way
Tiger/Dead opposite Life
Please save my suffering Animal
Don’t forget me.
1 SOLE
1 STELLA
1 FIORE
ALLINEATE LE FIGURE DELLA MORTE
Yellow Sun
Yellow Boy
Prendere Luce/Perdere Luce
Bartolomé Estaban Murillo_Éxstasis de San Francesco de Asis_1650_Museo de Bellas Artes de Sevilla
Yasuhiro Nightow_Trigun_Deep Space Placet Future Gun Action_2000_Tokio
Eugène Delacroix_Album d’Afrique du Nord et d’Espagne_1832_Musée du Louvre_Paris
IL PRINCIPE COSTANTE
di Pedro Calderón de la Barca
traduzione | riscrittura | drammaturgia | imagoturgia || Francesco Pititto
regia || Maria Federica Maestri | Francesco Pititto
materie mute || Maria Federica Maestri
musica ed elaborazioni elettroniche || Andrea Azzali
interpreti || Alessandro Sciarroni | Matteo Ramponi | Ettore Lombardi | Sandra Soncini | Elisa Orlandini| Valentina Barbarini
disegno luci || Rocco Giansante
realizzazione costumi || Manuela Barigazzi
realizzazioni scenografiche || Luca Melegari
cura Progetto Calderón || Lisa Gilardino
produzione || Lenz Rifrazioni
première || Jornadas de Teatro del Siglo de Oro, Almeria (Spain), March 2006
durata || 120 minuti senza break
Lo spettacolo è stato presentato alle Jornadas de Teatro del Siglo de Oro, Almeria (Spain), al Festival Clasicos en Alcalà, Madrid (Spain), al Festival Segnali Barocchi, Foligno
video integrale IL PRINCIPE COSTANTE:
documentario MELANCOLÍA CONTROMANO [imagoturgia IL PRINCIPE COSTANTE]: