Intro

NATURE OF THEATRES #24
International Performing Arts Festival
TOUCH 2018-2020

 

NDT 2019

LISCIO//STRIATO

31 October – 30 November

 

The conceptual theme of the three-year period 2018-2020 And Touch.
Ispirazioni da Jean-Luc Nancy e Gilles Deleuze, with the Tenero tripartition in 2018, Liscio//Striato nel 2019 and Effort in 2020.
Tender presupposes touching, but also a moral predisposition. Touch is essential to the experience, to knowledge and emotional relationships, yet today we touch both things and people less and less. For Jean-Luc Nancy, existence is body, there is no other evidence than that of the body: “Our existence is touching: we touch each other as we exist. Our touch is what makes us us” (J.L.. Nancy, Being singular plural, 1996). The problem is: how the incorporeal of the word and the image touches the corporeal of the body and things? The touch that we are gradually taking away in everyday life returns to other aspects of our lives, particularly when we think, when we know, when we love. Knowing is touching. No longer with the hand but with the brain. A resonance of emotions, visions, memory. It comes from the relationship of bodies, the experience of one comes closer to the experience of the other when we share the ability to recognize ourselves as two bodies (“Already don't wait for your question / if I understood how you imagine yourself”, Dante Alighieri, Paradiso, IX-81).

“The individual who empathizes is as if he were moving blindly towards the enigma of another's conscience. As an adventure of touching, of an impossible touching - as every touching is after all" (J. Derrida, Touch, Jean-Luc Nancy, 2000).

In theater or dance the medium is always the body. The touch between words, thought, emotion becomes movement, rhythm, vibration, muscle tension. It's a light touch, tender as a Rilkian verse “Ce qui te rend présente,/it is the ardent detour/that a slow tenderness/describes in my own blood”, tender in the sense of the boundless strength of poetry that touches the stony heart of things.

Liscio//Striato riguarda lo spazio e i movimenti al proprio interno, l’architettura e gli spostamenti umani, le linee che scorrono parallele e che si intersecano, le città e poi lo spazio vuoto, libero, a perdita d’occhio, come il deserto o il mare. Per Deleuze/Guattari: “Lo spazio liscio e lo spazio striato – lo spazio nomade e lo spazio sedentario – […] non sono della stessa natura. Ma a volte possiamo notare un’opposizione semplice tra i due tipi di spazio. Altre volte dobbiamo indicare una differenza molto più complessa, per cui i termini successivi delle opposizioni considerate non coincidono del tutto. Altre volte ancora dobbiamo ricordare che i due spazi esistono in realtà solamente per i loro incroci reciproci: lo spazio liscio non cessa di essere tradotto, intersecato in uno spazio striato; lo spazio striato è costantemente trasferito restituito a uno spazio liscio.”

Nel comporre questa ventiquattresima edizione di Natura Dèi Teatricome un bambino che ha appena imparato a camminare e corre in una stanza, che non va da punto a punto come andrebbe un adulto, e si muove in libertà, senza obiettivi prefissati, così che ogni punto dello spazio libero può essere per lui spazio-tempo di scoperta e conoscenzaci siamo riferiti a questo doppio movimento di creazione dello spazio striato e dello spazio liscio: ripetizione e differenza, nessi associativi e trasformazione, coagulazione e scioglimento. Sono differenti le caratteristiche poetiche e artistiche di ogni artista ma è proprio questa qualità rizomatica che espone ciascuno alla crescita, in uno spazio di libertà di movimento: Klive e Nigel Humberstone, Aristide Rontini, Lillevan, Clemente Tafuri e David Beronio, Filippo Michelangelo Ceredi, Marcello Sambati, Boris Kadin, Cinzia Pietribiasi e Lorenzo Berardinelli, Tim Spooner, Claudius Rocchetti, Maria Federica Maestri e Francesco Pititto insieme a Barbara Voghera, Sandra Soncini, Monica Barone, Carlotta Spaggiari, Valentina Barbarini, Lara Bonvini, Deborah Tresanini.

“La pittura ci mette occhi ovunque: negli orecchi, nel ventre, nei polmoni_”, così anche il teatro performativo, il linguaggio complesso e meticcio di ogni artista fa diventare l’opera respiro e concatenazione di senso, thought, e fisicità.

Liscio//Striato possono coesistere entrambe le condizioni, al tempo stesso o differite, in un movimento continuo di scarti e sovrapposizioni. Di questo doppio movimento, di questo universo brulicante di differenze, di questa permanente dialettica necessita, a nostro avviso, il teatro performativo contemporaneo.

Maria Federica Maestri and Francesco Pititto
per Natura Dèi Teatri, #24, 2019



 

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