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DIDO 2010
Il video è disponibile su Vimeo, previa richiesta password, al link Dido_parte 1 Dido_parte 2
Probabilmente con lo scopo di evitare la guerra civile, Didone lasciò Tiro con un largo seguito e cominciò una lunga peregrinazione, le cui tappe principali furono Cipro e Malta. Giunone aveva promesso loro una nuova terra in cui fondare una propria città e l’aveva indicata come la terra in cui scavando sulla spiaggia avrebbero trovato un teschio di cavallo. Approdata infine sulle coste libiche intorno all'814 a.C., Didone ottenne dal re Iarba il permesso di stabilirvisi, prendendo tanto terreno "quanto ne poteva contenere una pelle di bue" infatti l'antico soprannome di Cartagine era "Birsa", che in greco significa "pelle di bue" e in fenicio "rocca". Didone scelse una penisola, tagliò astutamente la pelle di toro in tante striscioline e le mise in fila, in modo da delimitare quello che sarebbe stato il futuro territorio della città di Cartagine. A lei Ovidio dedica una delle ventuno lettere d’amore immaginarie che compongono le Heroides in cui immagina la regina che scrive ad Enea – indicato dagli dèi come futuro fondatore di Roma - nel vano tentativo di convincerlo a restare con lei. Con il suicidio, dopo la partenza dell’amato, Didone entrerà a far parte del topos letterario della donna abbandonata che segnerà la letteratura di ogni tempo. L’altra città, luogo di drammaturgia per una riscrittura contemporanea della condizione dell’esilio, è Cartagine. Nome mitico e pieno di risonanze storiche e tragiche ma oggi anch’essa porto di esiliati di fatto che raggiungono l’Europa con lo stesso sguardo all’indietro del grande poeta latino. |