UR-HAMLET

 

 

 

 

UR-HAMLET
[Progetto Shakespeare] di Franco Scaldati da Il primo Amleto di William Shakespeare
riscrittura || Franco Scaldati
modello drammatico | regia || Maria Federica Maestri | Francesco Pititto
opera scenica || Giuliana Di Bennardo
consertus || Adriano Engelbrecht
costume | decoro || Maria Federica Maestri
luce || Ghislaine de Montaudouin
interpreti || Franco Scaldati | Antonella Di Salvo | Pierluigi Feliciati | Elisa Orlandini | Sandra Soncini | Alessandro Sciarroni
première || Parma, Lenz Teatro, 18 febbraio 1999

integrale – parte #1

integrale – parte #2

È qui che si compie il miracolo o la trasformazione alchemica, scegliete voi. È come se sul palinsesto di quel primo testo, se ne stendesse un altro, davvero un Ur-Hamlet (così si intitolava la folgorante creazione che prendeva spunto dalla scrittura in lingua siciliana di Franco Scaldati, una decina d’anni fa, una delle grandi invenzioni sprecate del nostro teatro).
Gianni Manzella, il manifesto

Si può chiamare attore lo scrittore che “esegue” in scena il testo che ha scritto utilizzando niente altro che il proprio corpo-voce? L’essere attore di Scaldati, nel senso di impersonare un personaggio in uno spettacolo, è una ulteriore verifica del suo essere là, sulla scena (e mi riferisco allo spettacolo Ur-Hamlet, Lenz Rifrazioni 1998) fuori luogo, estraneo, per esprimere il suo disinteresse per il teatro, la scena, il mondo, un trovarsi lì a recitare uno dei due Amleto, non “a contraggenio” come Carmelo Bene, che nel momento in cui rifiuta l’armamentario del teatro, lo riafferma attraverso l’atto vitalistico della sua negazione sublime. Per Scaldati l’essere attore in una messa in scena assomiglia al vagare senza meta e senza costrutto dei suoi personaggi ombre.
Valentina Valentini, tuttoteatro.com

 

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