FLOWERS LIKE STARS?

I versi-geroglifici di Fenix, figlia del Re del Marocco ne Il principe costante (1636) di Calderón de la Barca, costituiscono i sottili filamenti drammaturgici e concettuali di Flowers like stars?, la nuova creazione performativa diretta da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Ad interpretare la febbre esistenziale, l’euforia psicotica, la volontà autodistruttiva della giovane Fenix – figura/sorella anticipatrice degli angeli neri di Jean Genet e Sarah Kane – è Valentina Barbarini, attrice icona di Lenz.

L’installazione scenica di Flowers like stars? trae libera ispirazione dalla cinquecentesca Camera della Badessa, nell’ex Monastero di San Paolo a Parma, celebre per essere stata affrescata dal Correggio. Le magnifiche decorazioni della volta, innervate da oscure rispondenze filosofico-mitologiche, sentenze arcane di un linguaggio antico, vengono trasposte in dispositivi concreti di una bruciante meditatio vitae contemporanea.

Accanto alle altre inquietanti figure calderoniane, Rosaura de La vita è sogno, Semiramide da La figlia dell’aria, Angela da La dama affascinante e Julia da La devozione della croce Fenix de Il principe costante partecipa al dissonante coro poetico della struttura drammatica del più grande autore del teatro barocco spagnolo.

Valentina Barbarini, interprete dal 2005 delle più importanti creazioni di Lenz, ha già mostrato se stessa come potenza femminile frammentata e fragile nelle vesti di Fenix ne Il principe costante di Calderón de la Barca, in un allestimento realizzato tra Italia, Spagna e Marocco nel 2006. In Radical Change – progetto sulle Metamorfosi di Ovidio (2007) – ha interpretato un’ulteriore rifrazione della Fenice, l’uccello sacro che arrivato all’età di cinquecento anni depone le sue membra in un nido, poi morire. Dalle ceneri del suo corpo nascerà poi un’altra piccola Fenice in un eterno ciclo di vita-morte. Flowers like stars? rappresenta una di queste infinite rinascite, in un luogo monumentale per bellezza e storia, altrettanto immortale.

A che serve la bellezza / se mi manca l’allegria, / se mi manca la fortuna?
Quel che oggi è melanconia, / forse è solo la mia tristezza.
Solo so che so sentire / quel che sentire non so, / che illusione dell’anima è questa.

 

Flowers like stars?, I fiori come le stelle?: spostamento, scostamento, deviazione, deriva verso un mondo che non è un rispecchiamento dell’universo estetico-morale di Calderón. Fuga dal barocco e fuga dalla convenzione della drammaturgia della sofferenza de Il principe costante, capolavoro che, riletto e trasdotto da Grotowski ha rifondato il teatro della seconda metà del Novecento.

Al centro del nostro lavoro è la vita di Fenix, personaggio minore molto intenso e contraddittorio: è il personaggio delle domande.

Valentina Barbarini, giovane ma non più giovanissima, si fonde con la funzione irriducibile della domanda: l’ansia della domanda senza risposta corrisponde pienamente al suo essere insieme iconica e solitaria, forte e fragilissima. L’impianto scenico la avvolge, la “velifica”: le sovrappone ulteriori filtri, retinature che sfumano la nitidizza di una possibile risposta all’unica domanda senza risposta: Dio è Uomo?

In apertura de Il principe costante c’è un verso guida fondamentale per tracciare il lavoro: “Solo so che so sentire quello che sentire non so”. E’ la domanda di ogni risveglio: è il turbamento del percepire con chiarezza che il sensibile è in sé condizione di smarrimento, identità volatile, irriducibile a sapere illuminante. Quella di Fenix è una fisionomia emotiva rarefatta, che sborda nella infinita capacità di una donna di non corrispondere a se stessa e alle proprie ragionevoli dinamiche esistenziali. Valentina ha iniziato a lavorare con noi a diciassette anni, oggi ne ha trentacinque: un percorso lungo, in cui con totale adesione ha incarnato la figurazione artistica dell’indecisione, della sottrazione, del rifiuto alla pianificazione dell’agire quotidiano. E’ corpo e pensiero di un teatro morale che rifiuta finzioni e sentimentalismi.

Valentina Barbarini è stata interprete di numerosi e importanti allestimenti di Lenz: La sirenetta, Il principe costante, Alta sorveglianza, L’impronta di un dio, Daphne_you must be my tree, Radical change_Phoenix, Chaos, Consegnaci, bambina, i tuoi occhi, Poliantea, Exilium., Exilium_La grande cicatrice, Die Schachtel, Aeneis, Aeneis in Italia, L’isola dei cani_Bruciando, La gloria, I promessi sposi, Verdi Re Lear, Hyperion, Il Furioso, Romeo and Juliet_concert, Autodafé, Paradiso, Purgatorio, Verdi Macbeth, Il grande teatro del mondo, Iphigenia in Aulide, Orestea.

 

FLOWERS LIKE STARS?
da Il principe costante di Pedro Calderón de la Barca

Traduzione, drammaturgia, imagoturgia | Francesco Pititto
Installazione, regia, costumi | Maria Federica Maestri
Interprete | Valentina Barbarini
Musica | Claudio Rocchetti
Cura e organizzazione | Elena Sorbi, Ilaria Stocchi
Ufficio stampa, comunicazione, promozione | Michele Pascarella
Cura tecnica | Alice Scartapacchio
Assistente tecnico | Marco Cavellini
Media video | Doruntina Film
Produzione | Lenz Fondazione
Durata | 50 minuti

teaser:

trailer:

https://vimeo.com/422377552

integrale:

Il corpo muscoloso e androgino di Valentina Barbarini si muove in un’installazione scenica liberamente ispirata alla Camera della Badessa affrescata dal Correggio nell’ex Monastero di San Paolo a Parma, le cui sibilline rispondenze filosofico-mitologiche vengono tradotte in immagini effimere e parole disossate proiettate su paraventi di velo [more].

Emanuela Zanon, Juliet Art Magazine

 

La costruzione performativa è radicale ma, pur mostrando costantemente la tensione al rischio, il corpo non si riduce mai a meccanica – come spesso accade nelle sterili composizioni spacciate per arte contemporanea – e abitare la scena non è mai da involucro passivo, nonostante l’ecologia scenica lo costringa a continue genuflessioni da cui stoicamente sarà sempre più complesso rialzarsi [more].

Daniele Rizzo, Persinsala

 

 

 

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