LA VIDA ES SUEÑO
Progetto installativo realizzato negli spazi monumentali del Complesso della Pilotta di Parma suddiviso in tre anni:
2018 Il Grande Teatro del Mondo
auto sacramental di Calderón de la Barca
2019 La Vida es Sueño
auto sacramental di Calderón de la Barca
2020>2021 La Vita è Sogno
dramma teologico-filosofico di Calderón de la Barca
Progetto per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21
Nell’auto sacramental l’uomo, che è stato definito “una sintesi della storia teologica dell’umanità” (Valbuena Prat), caduto per il peccato originale, è ripristinato nel suo rango sovrano per mezzo della Redenzione; il “sogno della vita” è qui il sogno del peccato, e la teologia conferma, a ben più alto livello, la filosofia”. Il Potere, la Sapienza, l’Amore, l’Ombra, la Luce, il Principe delle tenebre, l’Uomo, la Terra, l’Aria, il Fuoco, l’Acqua, l’Intendimento, l’Arbitrio e la Musica: queste le PERSONAS dell’auto sacramental.
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Ala Nord_Galleria Nazionale
Complesso Monumentale della Pilotta_Parma
L’installazione de La Vida es Sueño è costituita da quattordici letti ospedalieri di metallo, reclinabili, posti uno di fianco all’altro lungo la Galleria, in nitido rispecchiamento con i gruppi scultorei e le grandi tele di fine Seicento raffiguranti Compianti, Deposizioni e Annunciazioni e in stretto dialogo materico con l’imponente cielo-traliccio in tubi innocenti creato dall’architetto Guido Canali negli anni Settanta, all’epoca della ristrutturazione della Pilotta nel segno di uno spazio museale inteso come «sistema che deve necessariamente esporre i propri meccanismi».
Incuneandosi tra il sogno e il risveglio, la brandina sanitaria – spogliata di materassi e lenzuola – evoca non solo il tempo sospeso dell’agonia, la fessura tra la vita e la morte, ma anche il giaciglio di contenzione manicomiale, luogo residuale in cui l’unico spazio di libertà possibile è nella vita onirica.
Sulle tre pareti espositive vuote che corrono lungo i trentacinque metri della Galleria Nord si imprimono le imagoturgie nelle quali la figura di Giobbe, dal dipinto di Antonio de Pereda presente in una sala adiacente, si sovrappone a quelle di alcuni performer dell’auto sacramental. Sono figure che, trasfigurandosi l’una nell’altra, possono comporre un nuovo dipinto, tra realtà e sogno, che comprenda entrate e uscite tra le due porte della vita. Un dipinto tra i dipinti che però avrà vita breve, solo il tempo provvisorio di una rappresentazione.
Il nostro Uomo, per l’auto sacramental, avrà i tratti di un adolescente nella medesima postura del dipinto: a tenere il coccio, la mano appoggiata al cuore e lo sguardo rivolto all’alto, a Dio. La differenza tra la fissità del quadro nella figura penitente di Giobbe e il movimento dell’Uomo/Bambino, nel corpo giovane di chi guarda verso il futuro, farà da discrimine tra libertà concessa se tradire o meno la Fede e libertà da conquistare nel progredire della vita. Quale il confine tra il libero arbitrio dell’uno e dell’altro?
LA VIDA ES SUEÑO
auto sacramental
Videoinstallazione + performance
Da Calderón de la Barca
Testo e imagoturgia | Francesco Pititto
Installazione, costumi e regia | Maria Federica Maestri
Musica | Claudio Rocchetti
Performer | Sandra Soncini, Franck Berzieri, Paolo Maccini (Ensemble Lenz Fondazione); Matteo Castellazzi, Lorenzo Davini, Martina Gismondi, Agata Pelosi, Margherita Picchi, Giada Vaccaro (Associazione Ars Canto) e Giuseppina Cattani, Maria Giardino, Elena Nunziata, Mirella Pongolini, Cesare Quintavalla, Valeria Spocci
Progetto site-specific per il Complesso Monumentale della Pilotta di Parma
Cura | Elena Sorbi
Organizzazione | Ilaria Stocchi
Assistente di produzione | Loredana Scianna
Ufficio stampa e comunicazione | Michele Pascarella
Cura tecnica | Alice Scartapacchio
Produzione | Lenz Fondazione
trailer
integrale
Corpi imbrigliati dentro costumi che sembrano non per caso strumenti di contenzione – corpi di anziani attori cantanti, di attori resi sensibili dall’aver attraversato la disabilità psichica, enfatizzati dal confronto con la giovinezza.
Gianni Manzella, il manifesto
Sono di struggente forza emotiva alcune sequenze. Come quella dell’Uomo e il suo doppio Bambino che si sfiorano e toccano il volto, le mani, specchiandosi l’uno nell’altro […] Infine un piccolo triciclo avanza, portato da una donna. Su di esso vi sale il Bambino. Percorrendo a ritroso la lunga sala, torna al punto iniziale sostando davanti al cumulo di stracci, massa cinerea e informe dal quale era uscito. [more]
Giuseppe Distefano, Artribune
Gli aspetti allegorici vengono assorbiti dalla verità dei corpi: uno spettacolo commovente ed emozionante. La Maestri e Pititto rileggono il testo più noto di Calderón de la Barca tra monologhi dolenti e vortici estetici.
Valeria Ottolenghi, Gazzetta di Parma
Scavo sul testo come reinvenzione di parole e di memorie antiche, metabolizzate in scenari onirici che parlano ai crepacci d’anima del presente.
Massimo Marino, Corriere della Sera – Bologna
Lo spettatore è libero di muoversi nelle sale espositive lasciate in penombra e di scoprire i personaggi del dramma inizialmente acquattati e immobili nelle loro nicchie di buio. Poi la musica: insinuante, frammentata, suadente, dissonante e dolorosa. [more]
Emanuela Zanon, Juliet – Contemporary Art Magazine
In La Vida es Sueño – auto sacramental (2019) – secondo capitolo del progetto site-specific triennale Il Passato Imminente – lo scambio tra quadri del Seicento e le immagini del reale è un dato folgorante. [more]
Petra Chiodi, Exibart
Tutto scorre inesorabile sotto le luci caravaggesche che intagliano le figure donando loro una strana e innaturale consistenza. Restano quei letti d’ospedale che accolgono vecchi e giovani uniti da una comune infermità legata all’umano agire/patire. [more]
Enrico Pastore, Rumor(s)cena
L’installazione, quindi, è punto di forza di questo auto sacramental che, attraverso immagini allegoriche conduce il protagonista, l’everyman e lo spettatore attraverso stati di conoscenza sempre più profondi e dolorosi.
Simona M. Frigerio, Traiettorie
Un plauso all’installazione nitida e ineccepibile composta da letti di ospedale che assumono diverse funzioni nel corso del racconto.
Luciano Uggé, Persinsala
Grazie a Lenz Fondazione per sognare uno spettacolo tanto poetico e un modo di lavorare senza barriere. Grazie per collocarci nuovamente davanti all’abisso.
Ignacio García, Direttore Festival di Almagro (Spagna)
La conduzione di questo lavoro, il suo modo di mettere in forma gli spazi della Pilotta, di coordinare interpreti così differenti fra loro e così concretamente – così creaturalmente – presenti, mi è sembrato davvero estremamente interessante.
Salvatore Tedesco, Università degli Studi di Palermo
Quel che interessa Lenz Fondazione è narrare la nascita, il crescere e il morire dell’Uomo, ponendo agli spettatori convenuti alcune questioni fondamentali, assai più grandi di loro. [more]
Enrico Piergiacomi, Liminateatri
La partita con l’infinito, il tutto per tutto di Francesco Pititto e Maria Federica Maestri, è un palcoscenico che abita il dono di fare della gravità poesia. [more]
Matteo Brighenti, PAC – paneacquaculture
qui poco importa che il cosiddetto «attore sensibile» quei versi li sappia ri-citare, li smarrisca o li reinventi, perché in quel momento sta aprendo uno squarcio di visione che poco ha che fare con lo spettacolo inteso come prova e mostra di talento. Qui si fa finta per davvero. [more]
Giulio Sonno, Paper Street
BIGLIETTI intero € 18, ridotto € 13, professional € 9
RIDUZIONI under 30, over 60, studenti, Carta DOC, YoungER Card, dipendenti AUSL, Associazione Amici della Pilotta, dipendenti Complesso Monumentale della Pilotta, Associazioni, gruppi di 5 o più persone.
Mostrando il titolo di ingresso nel giorno di emissione si avrà diritto a uno sconto su una consumazione presso il bar La Terrazza di Parma (Via dei Farnese 23)