Fratelli Grimm

E' dalla traduzione della fiaba Sotto il Ginepro, inserita nella drammaturgia dell’Urfaust e del Faust 1, che l’opera dei Grimm è entrata nel patrimonio genetico-artistico di Lenz Rifrazioni.

Quella fiaba, che vedeva protagonista il Bambino dai Capelli Rossi, ha rappresentato ben di più di un’ouverture all’immenso affresco del Faust: ha annunciato modalità estetiche e linguistiche che hanno caratterizzato con la messa in scena di Faust II la visione drammaturgica e registica dell'opera di Goethe.

Da qui la necessità di approfondire la letteratura popolare dei Grimm ricercando nuovi canoni interpretativi all’interno della struttura compositiva delle fiabe più famose: Cenerentola, Biancaneve, Cappuccetto Rosso, Pollicino.


Nell’immaginario di chi è stato e di chi è bambino adesso queste fiabe costituiscono un cult inattaccabile, ma attraversando le molteplici varianti moderne e le traduzioni disneyane, un ritorno all’origine della Fiaba domestica per Bambini dei Grimm, alla sua integrità e interezza, al recupero sonoro della lingua originale, alla sua radicalità espressiva, provoca visioni inaspettate.
Biancaneve, Cenerentola, Cappuccetto Rosso sono le sorelle nordiche delle eroine dei miti greci, Ifigenia, Elettra, Clitennestra, Antigone; è la stessa eccentricità tragica che si imprime nei loro destini segnati da morti, magie, sacrifici, metamorfosi.
La loro peripezia terrestre si manifesta in una sequenza di esperienze estreme: malattie, tormenti, molestie, accecamenti, amputazioni, torture, maltrattatamenti. Nelle elaborazioni sceniche di Lenz Rifrazioni questi segni eccessivi vengono privati dell’iperbole effettistica della finzione o dell’animazione e ripurificati dal raggio morale della verità del teatro. La rappresentazione minuta e plastica degli accadimenti tragici della fiaba si rivela nell’evocazione abnorme degli atti reali compiuti.
I corpi cerebrali degli attori lenziani ospitano nei loro involucri innevati la paura, il dolore, l’infelicità ed erompono sulla scena non protetti dall’infanzia; non raccontano la fiaba, sono la fiaba, sono la fisica della parabola morale in essa narrata. Il corpo della scena e dei costumi ricerca nella misura della minuzia e del dettaglio una visione iperrealistica e meccanica della struttura delle fiabe, una traduzione materica delle tensioni morali dei personaggi.

 

Jacob Ludwig Karl Grimm (Hanau, 4 gennaio 1785 – Berlino, 20 settembre 1863) e Wilhelm Karl Grimm (Hanau, 24 febbraio 1786 – Berlino, 16 dicembre 1859)