Daphne_You must be my tree

da Le Metamorfosi di Ovidio

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Performance del progetto RADICAL CHANGE

Segmento neobarocco nell’ultima iconostasi performativa di Lenz Rifrazioni, DAPHNE_You must be my tree è un nuovo paragrafo di RADICAL CHANGE, traduzione visiva, filmica, spaziale, sonora delle Metamorfosi di Ovidio.
DAPHNE è un’inflessione plastica sull’identità geometrica del corpo virginal, intatto, puro. La giovanetta senza sangue prende forma dalla silhouette della performer stessa, creando in doppia cadenza volumetrica una sagoma-figurina composta da un mosaico di legni residuali, che misurano pochi centimetri. La materia lignea, di sostanza vegetante, aspira a diventare nuovo e vero corpo sprofondando dentro l’attrice come opera metamorfica di estremo impatto fisico. Il corpo di Daphne, a cui è rimasto solo il contatto con la materia, diventa per un attimo eterno e potente quanto il legno. Se la drammaturgia si fonda sul rapporto esclusivo ed unico con la materia-legno, i gesti e le micro-azioni sacrificali sono strutturate in un ambiente scenico estremamente semplificato: la giovane ninfa bionda iconica, memoria delle giovani donne dei film di Godard, entra in scena con una valigetta maschile che conserva al suo interno, come un documento segreto, la preghiera che rivolgerà al padre Peneo per sfuggire al desiderio amoroso di Apollo. Le sue mani, già pronte alla preghiera, costruiscono tramite i pezzetti di legno un altare corporeo per annunciare l’imminente atto metamorfico che le sarà presto concesso. Sola nel boschetto urbano in cui vive eterna, Daphne ubbidisce all’unica estasi dei suoi zoccoli ortopedici, e supplica che la sua adolescenza sia un’eclampsìa senza tempo.


A new paragraph of RADICAL CHANGE, the performative movement, Daphne - you must be my tree came out of the inflection on the geometric identity of the nymph, Daphne.

 

 

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