H= 277 lb  (HAMLET=277 LIBBRE)
trasduttore di Forza n: 1
da Hamlet di William Shakespeare



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H=277 lb (HAMLET=277 LIBBRE) è la prima sequenza visuale e performativa di un ampio progetto artistico biennale, che si svilupperà tra il 2009 ed il 2010, in cui la drammaturgia si pone come corpus di valutazioni analitiche e materico-estetiche a partire dall’HAMLET di William Shakespeare.


I trasduttori di forza misurano carichi statici e dinamici, in trazione ed in compressione - virtualmente senza deflessione.

HAMLET s’inebria del ghost virtuale che si rispecchia,
paterno e sembiante, nel turbinìo neuromuscolare.
Il cervello si carica di corrispondenze amorose e filiali
producendo energia costretta. La condizione di uguaglianza,
ma opposta nella percezione, scatena una movimento di penetrazione
nel mondo reale.
Il neurotrasmettitore accende i motori della chimica. L’uomo si muove.
Al lavoro, corpo! Il cervello è acceso!
Il trasduttore/giocatore conduce il carico energetico della pena,
del ritorno paterno senza contatto,
del ritorno di fiamma di un circuito sentimentale
appena riaperto.

“Mark me.
La mia ora è già qui,
alla fiamma che mi tormenta
devo rendere me stesso.
Qualcosa sta puzzando in Danimarca.”

Il puzzo di bruciato arriva dritto ai sensori
che stimolano la sirena del lamento, la forza defluisce tra i fori/pori
della carne e delle lacrime amare. La preghiera risuona
e riprende la via della materia che conduce da un punto ad un altro punto.

Il piccolo relè scatena la potenza e il carico della vita,
ostinata e tesa. Sbatte contro il corpo massiccio
e mortale del misuratore che mai si piega, seppur ingoiando il destino.

Vincenzo Salemi scarica il fulmine e ne misura il peso,
la compressione creata nell’etere ne tasta la forza
e chiude il circuito tra la terra e il cielo.