Narcissus

da Le Metamorfosi di Publio Ovidio Nasone

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Performance del progetto RADICAL CHANGE


 
“Nemmeno il tocco dell’acqua, il riflesso dell’altro amato si trasfigura in dettagli di pura apparenza. Sol apparenza, lui/l’altro lui non si riconoscono, davvero più”

Il terzo dei nove paragrafi di Radical Change, Narcissus_RC_03, è la traduzione imagoturgica della metamorfosi di Narcissus, una performance in video di Francesco Pititto, direttore artistico di ‘As a Little Phoenix’. Narcissus, figlio delle acque e giovane di straordinaria bellezza ha respinto la ninfa Echo, si affaccia ad una sorgente, scorge la propria immagine e se ne innamora irremediabilmente. Struggendosi d’amore per quello che ormai sa essere se stesso, Narcissus si lascia morire: nel luogo della sepoltura nascerà un bellissimo fiore dai petali bianchi orlati di color zafferano.

La ricerca in cambiamento di Lenz Rifrazioni approda allo strumento video con il famoso mito di Narciso, interpretato da Francesco Pititto. Un lavoro ostinato e rigoroso sull’immagine, vera cifra stilistica del lavoro ventennale di Lenz Rifrazioni, per riscoprire in forma di pixel la metamorfosi ‘disegnata’ dal grande poeta Ovidio. E ritornano gli altri miti – Phoenix, Orpheus, Alcione, Echo - in mutamento radicale ad avvertire del tempo trascorso, a testimoniare della nuova forma che lenta e sicura va delineandosi in fiore. Parma in riflessione, tra tecnologia, spazi industriali, miti e trasformazioni, in continuo movimento tra suoni ed architetture artistiche radicali. “Il terzo paragrafo-sottolinea Maria Federica Maestri- si dispone la piena autonomia del linguaggio video di Francesco Pititto: il linguaggio del corpo ridotto, rifratto e riflesso di questa metamorfosi assolutizza la passione di ciò che manca, l’irraggiungibilità del sé. Rinunciare all’esposizione performativa equivale a rafforzare la necessità di ciò che si è perso. Imagoturgia dell’immagine riflessa in movimento continuo e ostinato, lento carrello in avanti fino a perdersi nel pixel sfuocato pari all’incresparsi dell’acqua, origine primigenia di ogni ritratto.

Nemmeno il tocco dell’acqua, il riflesso dell’altro amato si trasfigura in dettagli di pura apparenza. solo apparenza, lui/l’altro lui non si riconoscono, davvero, piú. “Specchi: mai ancora nessuno ha descritto/sapendo quale sia la vostra essenza./Voi, come fitti di fori i crivelli/colmi interstizi del tempo.” Imagoturgia dell’immagine rifratta in tentativo continuo e ostinato di penetrare nel pensiero dell’altro, l’altro in cerca di me. “Talvolta siete colmi di pitture./E pare che alcune trapassino in voi,/altre le respingete con timore.” E ritornano gli altri miti – Phoenix, Orpheus, Alcione, Echo - in mutamento radicale ad avvertire del tempo trascorso, a testimoniare della nuova forma che lenta e sicura va delineandosi in fiore. “Ma la più bella resterà. Fin quando/nelle sue guance non dischiuse/penetri il chiaro dissolto Narciso”. (da I Sonetti ad Orfeo di R.M.Rilke).

 

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