Perchè il Bello è Niente
da Elegie Duinesi di Rainer Maria Rilke

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Rainer Maria Rilke e Pier Luigi Bacchini, frammenti di opere allo specchio in una mise en parole dentro il corpo dell’attrice che si fa figura, geometria, costellazione, albero e fiore, gusto e profumo, eco e segno di un’unica passione poetica ed estetica della vita e della morte. Mito e Natura, entrambi alla ricerca costante del continuo mutare del reale, il movimento circolare degli esseri viventi, la “selva oscura” che circonda la conoscenza degli uomini. I due poeti, “contemporanei a loro stessi”, entrano nel “doppio regno” della vita e della morte in un flusso dionisiaco di creazione poetica che tutto comprende e tutto avvolge, compresi i due cantori: “– oggi arderai/senza paura, arderai, divampando il passato.”Again by Lenz Rifrazioni, the diptych mise en parole “Sonnets to Orpheus” and “Contemplazioni meccaniche e pneumatiche” (Mechanic and Pneumatic Contemplations) freely based on Rainer Maria Rilke’s and Pier Luigi Bacchini’s poetic work.

L’angelo tremendo poiché estraneo alla natura umana - così distante dall’angelo cristiano – della prima elegia segna la diversità della condizione umana. E’ coscienza totale, non partecipa allo spegnersi della vita, non muore. E’ energia pura, moto perpetuo, la sua metamorfosi dal visibile al non visibile è già compiuta. La condizione dell’attore può lambire quella dell’Angelo. Il pensiero della Quarta è l’impossibilità di darci per intero all’Altro – o cosa o persona – nell’assoluto conoscere, amare, fare. La coscienza nemica ce lo impedisce e restiamo come spettatori di fronte allo spettacolo del nostro cuore.

Il poeta preferisce, allora, la Marionetta che, rimasta sola, attende l’Angelo che ne muoverà i fili. Il Marionetten-Theater di Kleist ancora abita in noi, come il Prinz von Homburg, come la Kätchen von Heilbronn, come la Marquise von O… La condizione dell’attore – via dalla coscienza – può sedere a lato dell’inanimato. Le bestie – dell’ottava - sono, rispetto alla coscienza umana, all’altro lato del luogo angelico. Non sanno della morte, non percepiscono alcun confine, di fronte hanno solo Dio e vanno in eterno come scorrono i fiumi.

 

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