Fàbrica Negra
da Juan de la Cruz

traduzione | regia || Francesco Pititto
interprete || Sandra Soncini
produzione || Lenz Rifrazioni
première || Lenz Teatro, Lenz Hotel, Parma, 2003
durata || 30 minuti

La Fabbrica nella costruzione retorica e poetica di Calderón - la fábrica gallarda del universo – e il Nero che scolora i percorsi dell’eros mistico di Juan de la Cruz nello scuro e nell’oscuro dell’ascesi conoscitiva. Un corpo femminile penetra lo spazio della Grande Sala pregna dei segni della creazione artistica. Nella sua assoluta nudità il corpo umano in-cella la densità del verso poetico di Juan de la Cruz, la aggioga, la colpisce con il muscolo potente dell'umano in essere. Nella geometria rigorosa del movimento, la tensione ascetica della parola si dispone sul campo spaziale come una meccanica algebrica dell'inconoscibile: matematica di Dio.

"Mi calmai, mi dimenticai/il viso piegai sopra l’Amato/cessò tutto, e mi coricai/lasciando la mia cura, di me/tra i gigli dimenticata."