Il linguaggio teatrale di Lenz si fonda su un’estrema e radicale fedeltà alla parola del testo. Nella ricerca dello stato eroico dell’attore il teatro prende forma nell’oscillazione tra debolezza e forza, vulnerabilità e potenza del corpo parlante.
In un lungo ciclo di ricerca dedicato alla drammaturgia shakespeariana Lenz ha realizzato le messinscene di numerose opere monumento: Romeo and Juliet, Sogno di una notte di metà estate, Richard II, Ur-Hamlet, Hamlet, Macbeth, Re Lear, Shakespears Geist, monologo del drammaturgo tedesco Jakob Lenz ispirato al grande attore teatrale David Garrick. Romeo and Juliet Concert è parte di un articolato progetto di Lenz Fondazione dedicato a William Shakespeare, ideato in occasione dell’anniversario per i quattrocento anni della morte.
Lo stato estremo del sentimento, la passione che muove e spinge verso la morte, l’uccisione tragica dell’eroe, la condizione del sogno e del reale, il mistero della condizione umana, sono generati dall’atto della parola, il pieno corpo della voce. Il confine mitico delle opere shakespeariane è segnato da due linee fondamentali: la lingua originaria e la rinascita della parola nel corpo dell’attore. Il suono straniero ma non estraneo della lingua inglese della fine del Cinquecento, attraversando il corpo in esilio dell’attore, può ritornare a cantare il verso della nostalgia nella verità della scena.
Ponte polifonico tra antico e moderno, tra generale e particolare, la lingua di Shakespeare si fa eco potente dell’arte del teatro nella contemporaneità e nel rinnovamento del linguaggio. Poesia, drammaturgia, regia, lavoro dell’attore – tra ventesimo e ventunesimo secolo – di nuovo a ricercare insieme le condizioni della nascita, dello svelamento, dell’esistere e del non esistere, dell’enigma e dell’impossibilità del rappresentare.