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La Vida es Sueño

Progetto Quadriennale Il Passato Imminente 2018 ~ 2021

Per Parma capitale italiana della cultura 2020+2021


Nell’auto sacramental l’uomo, che è stato definito “una sintesi della storia teologica dell’umanità” (Valbuena Prat), caduto per il peccato originale, è ripristinato nel suo rango sovrano per mezzo della Redenzione; il “sogno della vita” è qui il sogno del peccato, e la teologia conferma, a ben più alto livello, la filosofia”.


Il Potere, la Sapienza, l’Amore, l’Ombra, la Luce, il Principe delle tenebre, l’Uomo, la Terra, l’Aria, il Fuoco, l’Acqua, l’Intendimento, l’Arbitrio e la Musica: queste le personas dell’auto sacramental.


Il progetto

IL PASSATO IMMINENTE

Progetto Quadriennale drammaturgico e di cultura visuale 2018 ~ 2021

Sulle opere di Calderón de la Barca | Per Parma capitale italiana della cultura 2020+2021


Il Passato Imminente è un progetto quadriennale di installazioni site-specific performative, coreografiche, visuali, sonore realizzato negli spazi monumentali del Complesso della Pilotta di Parma ideato e diretto da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto in collaborazione con il musicista Claudio Rocchetti.


Il progetto consiste nell’installazione contemporanea delle opere di Pedro Calderón de La Barca: gli autos sacramentales Il Grande Teatro del Mondo (2018) e La vida es sueño (2019) moderna traduzione di feste religiose del seicento spagnolo e nel 2020 tre assoli ispirati alle opere dell’autore spagnolo. Per culminare nel 2021 con La Vita è Sogno, opera cardine del teatro occidentale allestita nel paesaggio storico-rurale dell’Abbazia di Valserena



2018 > IL GRANDE TEATRO DEL MONDO

La prima parte del progetto triennale è stata realizzata tra le grandi sale della Galleria neoclassica e nel Teatro Farnese; oltre venti artisti, tra performer dell’ensemble di Lenz e i clavicembalisti del Conservatorio Arrigo Boito di Parma, hanno dato corpo alla riscrittura scenica delle visioni del Grande Teatro del Mondo.



2019 > LA VIDA ES SUEÑO

Il secondo capitolo è stato allestito nella nuova Ala nord della Galleria Nazionale, in cui è conservata la preziosa collezione barocca. Un’imponente installazione di letti ospedalieri ha dialogato con le strutture funzionali progettate negli anni settanta dall’architetto Canali e le raffigurazioni sacre di Lanfranco, Schedoni, Spada, Ribera, Murillo, van Dyck.



2020 TRILOGIA CALDERÓN < HIPÓGRIFO VIOLENTO | FLOWERS LIKE STARS? | ALTRO STATO

Il terzo capitolo del Passato Imminente è costituito da tre assoli ispirati alle opere di Calderón: La vita è sogno e Il principe costante. Ambientati nei magnifici spazi di origine industriale di Lenz Teatro sono interpretati dalle attrici storiche dell’ensemble.



2020 > LA VITA È SOGNO

La quarta parte del progetto è stata realizzata all’interno del paesaggio storico-rurale dell’Abbazia di Valserena, o Abbazia di San Martino dei Bocci, nota comunemente come Certosa di Paradigna, un’ex abbazia cistercense dalle forme gotiche e barocche situata a Paradigna, frazione alla periferia nord di Parma. Fondata nel 1298 e sconsacrata nel 1810, è sede dal 2007 del CSAC – Centro studi e archivio della comunicazione dell’Università di Parma


Introduzione

L’installazione de La Vida es Sueño è costituita da quattordici letti ospedalieri di metallo, reclinabili, posti uno di fianco all’altro lungo la Galleria, in nitido rispecchiamento con i gruppi scultorei e le grandi tele di fine Seicento raffiguranti Compianti, Deposizioni e Annunciazioni e in stretto dialogo materico con l’imponente cielo-traliccio in tubi innocenti creato dall’architetto Guido Canali negli anni Settanta, all’epoca della ristrutturazione della Pilotta nel segno di uno spazio museale inteso come «sistema che deve necessariamente esporre i propri meccanismi».


Incuneandosi tra il sogno e il risveglio, la brandina sanitaria – spogliata di materassi e lenzuola – evoca non solo il tempo sospeso dell’agonia, la fessura tra la vita e la morte, ma anche il giaciglio di contenzione manicomiale, luogo residuale in cui l’unico spazio di libertà possibile è nella vita onirica.


Sulle tre pareti espositive vuote che corrono lungo i trentacinque metri della Galleria Nord si imprimono le imagoturgie nelle quali la figura di Giobbe, dal dipinto di Antonio de Pereda presente in una sala adiacente, si sovrappone a quelle di alcuni performer dell’auto sacramental. Sono figure che, trasfigurandosi l’una nell’altra, possono comporre un nuovo dipinto, tra realtà e sogno, che comprenda entrate e uscite tra le due porte della vita. Un dipinto tra i dipinti che però avrà vita breve, solo il tempo provvisorio di una rappresentazione.


Il nostro Uomo, per l’auto sacramental, avrà i tratti di un adolescente nella medesima postura del dipinto: a tenere il coccio, la mano appoggiata al cuore e lo sguardo rivolto all’alto, a Dio. La differenza tra la fissità del quadro nella figura penitente di Giobbe e il movimento dell’Uomo/Bambino, nel corpo giovane di chi guarda verso il futuro, farà da discrimine tra libertà concessa se tradire o meno la Fede e libertà da conquistare nel progredire della vita. Quale il confine tra il libero arbitrio dell’uno e dell’altro?

Media

Crediti

Creazione Maria Federica Maestri, Francesco Pititto

Testo, imagoturgia Francesco Pititto

Installazione, costumi, regia Maria Federica Maestri

Musica Claudio Rocchetti

Performer Sandra Soncini, Franck Berzieri, Paolo Maccini (Ensemble Lenz Fondazione); Matteo Castellazzi, Lorenzo Davini, Martina Gismondi, Agata Pelosi, Margherita Picchi, Giada Vaccaro (Associazione Ars Canto) e Giuseppina Cattani, Maria Giardino, Elena Nunziata, Mirella Pongolini, Cesare Quintavalla, Valeria Spocci

Cantanti Debora Tresanini (soprano), Elena Maria Giovanna Pinna (soprano), Eva Maria Ruggieri (contralto), Davide Zaccherini (tenore)

Cura Elena Sorbi

Organizzazione Ilaria Stocchi,

Assistente di produzione Loredana Scianna

Ufficio stampa, comunicazione Michele Pascarella

Tecnica Alice Scartapacchio

Produzione Lenz Fondazione


Progetto site-specific nel Complesso Monumentale della Pilotta per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21 realizzato con il patrocinio e il contributo del Comune di Parma

Rifrazioni

Il Manifesto


Gianni Manzella


Corpi imbrigliati dentro costumi che sembrano non per caso strumenti di contenzione – corpi di anziani attori cantanti, di attori resi sensibili dall’aver attraversato la disabilità psichica, enfatizzati dal confronto con la giovinezza

Artribune


Giuseppe Distefano

Teatro. Le visioni di Lenz ispirate a Calderón de la Barca


Sono di struggente forza emotiva alcune sequenze. Come quella dell’Uomo e il suo doppio Bambino che si sfiorano e toccano il volto, le mani, specchiandosi l’uno nell’altro […] Infine un piccolo triciclo avanza, portato da una donna. Su di esso vi sale il Bambino. Percorrendo a ritroso la lunga sala, torna al punto iniziale sostando davanti al cumulo di stracci, massa cinerea e informe dal quale era uscito.


Gazzetta di Parma


Valeria Ottolenghi


Gli aspetti allegorici vengono assorbiti dalla verità dei corpi: uno spettacolo commovente ed emozionante. La Maestri e Pititto rileggono il testo più noto di Calderón de la Barca tra monologhi dolenti e vortici estetici.


Corriere della Sera


Massimo Marino


Scavo sul testo come reinvenzione di parole e di memorie antiche, metabolizzate in scenari onirici che parlano ai crepacci d’anima del presente.


Juliet Art Magazine


Emanuela Zanon


Lo spettatore è libero di muoversi nelle sale espositive lasciate in penombra e di scoprire i personaggi del dramma inizialmente acquattati e immobili nelle loro nicchie di buio. Poi la musica: insinuante, frammentata, suadente, dissonante e dolorosa.


Exibart


Petra Chiodi


In La Vida es Sueño – auto sacramental (2019) – secondo capitolo del progetto site-specific triennale Il Passato Imminente – lo scambio tra quadri del Seicento e le immagini del reale è un dato folgorante.


Rumor(s)cena


Enrico Pastore


Tutto scorre inesorabile sotto le luci caravaggesche che intagliano le figure donando loro una strana e innaturale consistenza. Restano quei letti d’ospedale che accolgono vecchi e giovani uniti da una comune infermità legata all’umano agire/patire.


Traiettorie


Simona M. Frigerio


L’installazione, quindi, è punto di forza di questo auto sacramental che, attraverso immagini allegoriche conduce il protagonista, l’everyman e lo spettatore attraverso stati di conoscenza sempre più profondi e dolorosi.


Persinsala


Luciano Uggé


Un plauso all’installazione nitida e ineccepibile composta da letti di ospedale che assumono diverse funzioni nel corso del racconto.


Spagna


Ignacio García

Direttore Festival di Almagro (Spagna)


Grazie a Lenz Fondazione per sognare uno spettacolo tanto poetico e un modo di lavorare senza barriere. Grazie per collocarci nuovamente davanti all’abisso.


Università degli Studi di Palermo


Salvatore Tedesco


La conduzione di questo lavoro, il suo modo di mettere in forma gli spazi della Pilotta, di coordinare interpreti così differenti fra loro e così concretamente – così creaturalmente – presenti, mi è sembrato davvero estremamente interessante.


Liminateatri


Enrico Piergiacomi


Quel che interessa a Lenz Fondazione è narrare la nascita, il crescere e il morire dell’Uomo, ponendo agli spettatori convenuti alcune questioni fondamentali, assai più grandi di loro.

paneacquaculture.net


Matteo Brighenti


La partita con l’infinito, il tutto per tutto di Francesco Pititto e Maria Federica Maestri, è un palcoscenico che abita il dono di fare della gravità poesia.

Paper street


Giulio Sonno


Qui poco importa che il cosiddetto «attore sensibile» quei versi li sappia ri-citare, li smarrisca o li reinventi, perché in quel momento sta aprendo uno squarcio di visione che poco ha che fare con lo spettacolo inteso come prova e mostra di talento. Qui si fa finta per davvero.