Il cavallo ribelle è animale mitologico simile a Pegaso metà cavallo metà uccello, lo stesso che nell’Orlando Furioso porterà Astolfo sulla luna. La violenza e la potenza del suo slancio sono senza limiti, in discesa giù da un monte. E sopra Rosaura che irrompe sulla scena. Hipógrifo violento,/che corri pari con il vento,/dove, raggio senza fiamma,/uccello senza gamma, /pesce senza squama,/e bruto senza istinto/naturale, al confuso labirinto/di queste rocce desnude/ti disfreni, ti slanci e ti disrupi?
Cosa rimane del fulmine se gli si toglie la sua fiamma, o di un uccello senza piume e colori? E cosa del pesce se lo si priva delle squame? o la bestia senza il suo istinto? La sua disarmonia si riflette nelle realtà, il caos è l’incipit di questo dramma. Così come il tuffarsi senza freni e senza ali, giù da un dirupo incurante del proprio peso e dell’impossibilità del volo. Come a sfidare la potenza divina. Come ad anticipare la sfida del protagonista Sigismondo prigioniero nella Torre, il confine ultimo di questa folle corsa. Sigismondo è anche lui, come l’ippogrifo, metà uomo e metà bestia pronto, una volta libero, a tuffarsi senza freni nel mondo reale.
Hypógrifo violento: abbiamo lasciato l'accento in castigliano, per indicare già nel suono della prima parola-voce l'intenzione dinamica, il salto, lo strappo, il sussulto, il galoppo esistenziale dell'interprete/personaggio. Rosaura, scesa da cavallo, parlerà poi con le voci multiple dell'altro da sé - il principe Sigismondo - nel tentativo di ricomporre un affresco poetico che possa contenere il caos del mondo “d’essere un enigma mi offro,/perché non sono ciò che sembro/né sembro ciò che sono.
Il rapporto tra la nostra ricerca sulle opere di Calderón e la biografia dell’interprete è molto importante. Il teatro barocco è generalmente considerato un teatro di identità allegoriche: Uno rappresenta Tutti, la parabola dell’Uomo vale per l'intera Umanità. All'opposto nella nostra lettura di Calderón la funzione degli eroi negativi o ambiguamente positivi - quali Sigismodo, Rosaura, Clarino, Fenix, Fernando - esalta la debolezza, la vulnerabilità, i turbamenti di quelle figure, trasformandoli in soggetti disturbati e disturbanti.
Francesco Pititto, che ne cura la drammaturgia, ha dato forma a una personalità a 'caselle', a tessere, una figura-scacchiera, la cui presenza si manifesta come un mosaico di umori, di passioni e di impulsi contrastanti. Attraverso queste oscillazioni caratteriali abbiamo dato corpo psichico al nostro Hypógrifo, alla ricerca di una biografia scenica che ponesse in primo piano il cedimento esistenziale, l'identità instabile del soggetto nel nostro tempo.