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Cadute

Dai 72 versi di Friedrich Hölderlin su Aiace di Sofocle


L'opera prima del regista Alessandro Conti rilegge la tragedia di Aiace, trascritta da Hölderlin in soli settantadue versi, come lamento οίμοι (oímoi) e ipocondriaca depressione di un eroe dalla virilità violata. Aiace Telamonio da Salamina lamentandosi deve morire, ma il lamento del poeta lo costringe all’interno di una sintesi senza concetto, dolcemente sospesa, che ci fa sentire alienati a casa nostra.

Il progetto

Ricognizioni filosofico-performative sulla forma della violenza


In un procedere sintonico con le ricerche e le composizioni performative sull’Iliade e sulle tragedie curate da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, le differenti ricognizioni sul tema della violenza indagate dalla filosofa Orsola Rignani, dalla dramaturg Lorenza Guerrini e dai registi Alessandro Conti e Beatrice Baruffini, avranno una persistenza pluriennale.


Presenze creative associate per affinità linguistica, poetica, etica ed estetica, capaci di disegnare pagine significative nella geografia artistica di Lenz Fondazione.

Il principio-pensiero del ‘Vincere la perdita’ esito fondamentale della riflessione sul tragico di Hölderlin si fa atto tremendo e violento nelle figure delle eroine ferite e degli eroi caduti, Cassandra, Aiace, Pentesilea, Ecuba, ed esplorazione dolorosa nella definizione del male attraverso gli scritti di Hannah Arendt.

Ma anche le dis-obbedienze, le dis-trazioni, le dis-soluzioni, le dis-dette che costituiranno il progetto di ricerca sulla carica di potenzialità del prefisso dis- provocheranno reazioni multiple e mutazioni concettuali stimolanti per la mappatura della violenza nel nostro tempo.




Parentele


Il festival internazionale di arti performative Natura Dèi Teatri ha attivato a partire dal 2022 il progetto Parentele, basate non sulla continuità biologica ma sul riconoscimento di affinità e differenze e possibilità di coesistenza.


Parentele ricerca nuovi modelli performativi naturalculturali, ibridando filosofia, mitologia, scienze e arti, e nel prossimo triennio 2025_2027 sarà ulteriormente suddiviso nelle sezioni:


Permanenze

Attivazioni di relazioni associate al progetto produttivo di Lenz, in un’ottica di legacy e trasmissione, per allargare la geografia artistica della Fondazione.

Artist3 in dialogo per il 2025: Beatrice Baruffini, Alessandro Conti, Lorenza Guerrini , Orsola Rignani


Soste temporanee

Accoglienza di artiste invitate a produrre progetti di durata annuale.

Artista sostenuta per il 2025: Muna Mussie.



Introduzione

«Tutto spinge via lontano il grande tempo, perché

Tutto vada in rovina. E nessuna cosa che non si può cantare

Nomino io,

Da quando insperato Aiace nell’animo conciliato

Con gli Atridi dal grande contrasto.»



La tragedia di Aiace trascritta da Hölderlin è lamento οίμοι (oímoi) e ipocondriaca depressione di un eroe dalla virilità violata.


Aiace Telamonio da Salamina lamentandosi deve morire, ma il lamento del poeta lo costringe all’interno di una sintesi senza concetto, dolcemente sospesa, che ci fa sentire alienati a casa nostra.


Questa forma di eroismo melancolico - nel senso medico del termine utilizzato da Ippocrate a Galeno - risiede nel perdurare di un lamento impossibile, esasperato da un linguaggio che si rivolta contro se stesso, e che non trova ascolto nell’epoca in cui anche l’abilità mnemonica dell’io lirico è caduta in rovina.


Aiace, invincibile sul campo di battaglia per forza e integrità morale, cade. Cade perché non ottiene ciò che desidera. Cade perché non riceve ciò che, forse, gli spetta. Cade perché non può fare altro che cadere.


L’azione tragica, di solito, è la storia del ritorno all’ordine che la violazione del limite rende necessario. Ma in Aiace è il limite stesso che si sottrae: il confine tra umano e divino è aperto. È come un baratro.

In questa caduta, resa eterna dal poeta, Aiace avanti e indietro non vuole vedere: figura di uomo potente senza futuro, incurante del passato intemerato.


Media

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Crediti

Dai 72 versi di Friedrich Hölderlin su Aiace di Sofocle

Traduzione Francesco Pititto

Regia, drammaturgia, sonoro Alessandro Conti

Interprete Fabrizio Croci

Pratiche marziali Francesca Grisenti Sensei

Costumi di scena Archivio Lenz Fondazione

Luci Alice Scartapacchio

Cura scenotecnica Giulia Mangini, Paolo Romanini

Direzione artistica del progetto Maria Federica Maestri_Francesco Pititto

Cura progetto Elena Sorbi

Organizzazione Ilaria Stocchi

Ufficio stampa e comunicazione Giovanna Pavesi

Produzione Lenz Fondazione

Con il sostegno di

MiC_Regione Emilia-Romagna_Comune Parma

Fondazione Monteparma_Fondazione Cariparma


Prima Nazionale per Insolito Festival

11-12-13 settembre 2025

Rifrazioni

Gazzetta di Parma


Claudia Olimpia Rossi

Intervista a Conti e Croci


Abbiamo incontrato Alessandro Conti e Fabrizio Croci: regista e interprete svelano la persistenza turrita dello scudo miceneo di Aiace nell’armamentario filosofico dei nostri giorni. «Cadute» fa parte delle Ricognizioni filosofico-performative sulla forma della violenza.

Gazzetta di Parma


Valeria Ottolenghi

Cadute, l'Aiace di Fabrizio Croci tra delirio e dignità


Ora Aiace si trova nella bara: alla fine quasi una conquista. [...] È con dolori simili al parto, cadenzati, che l’attore, una sorta di casco chiaro in testa, si solleva, con forti lamenti. A un tratto si gira verso il pubblico e, con voce quieta, dice: «ora saprete tutto». Sembra che sia qui, quasi frutto di quegli sforzi sofferti, che si determina la formazione del doppio, per cui alla fine sarà lo stesso Aiace a chiudere la sua bara, con tanto di avvitatore. [...] Applausi potenti, scroscianti per Fabrizio Croci.

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