Lenz: cartellone dedicato ai 400 anni di Shakespeare
Al via il 24 novembre e fino al 10 dicembre la sezione autunnale della 21^edizione del Festival diretto da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Teatro, musica, danza, video e performance, anche esito di importanti residenze internazionali, in scena a Lenz Teatro, a Parma: è Natura Dèi Teatri.
Il Festival continua il progetto dedicato all’artista visivo Richard Serra. Porte, Punto cieco e Scia sono i temi concettuali del triennio 2015-2017, il cui campo di indagine si orienta sul macrotema della Materia del Tempo nei linguaggi della creazione contemporanea: «In The Matter of Time a Bilbao» suggeriscono i direttori artistici «Richard Serra ha dato forma allo spazio, anche a quello che non si vede. Occorre percorrerlo, viverlo, abitarlo come camminando dentro un poema. Ad ogni curva un Punto Cieco, e in ciò che manca o non si vede, arriva subito chi provvede. Ad ogni curva, dentro le enormi ellissi e spirali d’acciaio, il Punto Cieco viene di continuo riempito/sostituito da spazio in movimento, da spazio che diviene corpo fisico e la vertigine del percorso impegna il cervello ad una frenetica ricostruzione della fisicità del vuoto, del corpo a corpo tra essere umano e opera d’arte, all’interno della scultura stessa. Questo Punto Cieco è la materia d’indagine per gli artisti della ventunesima edizione di Natura Dèi Teatri, un cul-de-sac della visione come condizione necessaria per il Tempo e la Materia della contemporaneità».
La tranche estiva di Natura Dèi Teatri ha accolto le proposizioni performative di Lenz Fondazione (Italia), Simon Mayer (Austria), Ilaria Drago (Italia) e Janek Schaefer (Regno Unito), con le prime assolute de Il Furioso (2), messo in scena al il Tempio per la Cremazione di Valera, e Macbeth di Lenz Fondazione, Il Furioso – Mindful Madness di Simon Mayer, Reflections in the rear view mirror di Janek Schaefer, nonché la residenza internazionale di Simon Mayer. La sezione autunnale del Festival darà spazio a Lenz Fondazione (Italia), Paul Wirkus (Polonia), Lillevan (Germania), Carla Delfrate (Italia), Boris Kadin (Croazia), Tim Spooner (Regno Unito), Lea Moro (Svizzera), Fiorella Iacono (Italia), Claudio Rocchetti (Italia), Andrea Azzali e Giorgio Cantadori (Italia). In programma diciassette repliche per nove spettacoli – di cui cinque prime assolute – Hyperion di Paul Wirkus/Lenz Fondazione, Saccades – Perception Takes Time di Lillevan, Romeo and Juliet Concert di Carla Delfrate/Lenz Fondazione, Tape at an exhibition di Andrea Azzali insieme a Giorgio Cantadori e Blind Spot di Tim Spooner; due prime nazionali – Le Sacre du Printemps, a ballet for a single body di Lea Moro e Que Serra. Serra di Boris Kadin; due residenze internazionali – Paul Wirkus e Tim Spooner, una residenza nazionale – Andrea Azzali; due luoghi di spettacolo, il Museo Amedeo Bocchi/Fondazione Monte Parma e Lenz Teatro; una mostra fotografica, una video-installazione.
La sezione autunnale di Natura Dèi Teatri si aprirà con la prima assoluta di Hyperion, spettacolo conclusivo del trittico di Lenz Fondazione realizzato tra il 2014 e il 2016 ispirato all’omonimo romanzo di Friedrich Hölderlin, autore fondamentale per la definizione del pensiero filosofico-teatrale di Lenz. Al poeta, filosofo, drammaturgo romantico tedesco, morto pazzo dopo quasi quarant’anni vissuti rinchiuso nella sua casa-torre di Tubinga, Lenz ha dedicato negli anni passati un percorso di ricerca unico in Italia: dal 1991 al 1994 Maria Federica Maestri e Francesco Pititto hanno infatti curato la mise-en-site della quasi totalità delle opere di Hölderlin, ritradotte appositamente per la scena: le tre stesure de La Morte di Empedocle, Edipo il tiranno, Aiace, Edipo a Colono, Antigone, Hölderlin-Foscolo, L’era dei querci. Dopo diverse incursioni drammaturgiche in altre creazioni – Faust 2, Chaos, nel 2014 i registi sono ritornati all’autore amato, nel 2014 con Hyperion/Diotima e nel 2015 con Hyperion #2 Solo quando le case e i templi sono morti le bestie selvagge osano nelle porte e per le strade due performance visuali e musicali: la prima ispirata a Diotima, figura tra le più complesse della mitografia hölderliniana e protagonista del dialogo filosofico-amoroso con il giovane Iperione; la seconda al rapporto tra desiderio di rivoluzione e realtà della storia. Il lavoro presentato a Natura Dèi Teatri 2016 è frutto del terzo anno di residenza artistica di Paul Wirkus, importante compositore polacco già collaboratore della Fondazione e ospite del Festival. «Hyperion è un’opera-trittico in cui si fondono costantemente presente e passato, Germania e Grecia in un continuo scambio reciproco di prospettive e paesaggi» suggerisce Maria Federica Maestri, responsabile di installazione, elementi plastici e regia «Il passaggio dal pensiero filosofico al fallimento dell’atto rivoluzionario è l’elemento centrale di questa terza parte del trittico; il compimento del tracciato politico di Iperione è segnato dalla fine dell’amore per Diotima e della sua irriducibile volontà autodistruttiva».
In occasione dell’anniversario per i quattrocento anni della morte di William Shakespeare, Lenz Fondazione presenta a Natura Dèi Teatri un articolato progetto di nuovi allestimenti e riprese di importanti creazioni a lui ispirate: Romeo and Juliet Concert, Macbeth e Verdi Re Lear.
Romeo and Juliet Concert è una proposizione musicale, per sole voci d’attrice, tesa a esaltare l’espressività e la sonorità della parola tragica dell’opera attraverso la partitura aspra ed estrema della compositrice Carla Delfrate. «La lingua-monumento di Romeo and Juliet compie il destino tragico dei due eroi, l’atto originario delle loro labbra e della loro lingua, intolleranti ad altro che alle parole funebri e canine dell’inglese antico e si innalza sul piedistallo sonoro della partitura musicale» spiega Francesco Pititto, che ne ha curato traduzione e drammaturgia «Nel Concerto il testo è vittima della sua nuda sillaba. L’esplosione potente della parola non trova un senso verso cui dirigersi e si disintegra nel verbo animale. È attraverso il linguaggio ringhiante che il Liebestod di Romeo and Juliet, il loro amore e la loro tragica fine, si legano indissolubilmente, come due aspetti di una sola cosa».
Dopo il successo di pubblico e critica in occasione del debutto avvenuto nel giugno scorso, la programmazione autunnale di Natura Dèi Teatri accoglie la ripresa di Macbeth, creazione di Lenz Fondazione realizzata in collaborazione con Ausl – Rems che vede protagonisti in video, insieme a Sandra Soncini, alcuni attori ospiti degli ex Ospedali Psichiatrici Giudiziari, istituzioni totali da poco più di un anno trasformate in Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza Sanitaria (REMS): «Sull’inesorabilità, inconsolabilità, decisione e irreparabilità delle proprie azioni sono state ricercate le linee interpretative, linguistiche e musicali di quest’opera di Lenz» riflette Maria Federica Maestri «attraverso gli indispensabili impulsi di chi, rinchiuso per decenni in carceri senza nemmeno la consolazione (o la tortura) del senso di colpa, ci ricorda senza finzione che la vita è davvero un’ombra che cammina e l’attore un povero idiota che fatica a raccontarci il niente».
Il Progetto Shakespeare si completa con un importante capitolo performativo-musicale dedicato al Re Lear, nel binomio Verdi/Shakespeare: Verdi Re Lear – l’opera ‘assente’ di Giuseppe Verdi che ha visto rinnovata e ampliata la collaborazione con il compositore di musica elettronica Robin Rimbaud aka Scanner e con il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. L’opera ha debuttato con grandissimo apprezzamento di critica e pubblico nell’ottobre 2015 al prestigioso Festival Verdi di Parma. In occasione dell’edizione 2016 di Natura Dèi Teatri, Verdi Re Lear viene presentato in forma di Opera Video, estremizzandone l’aspetto di creazione scenica ‘assente’.
L’affermato artista inglese Tim Spooner, in residenza internazionale a Lenz Teatro per il triennio 2014-2016, proporrà in prima assoluta Blind Spot, performance creata su commissione del Festival che ibriderà istallazione, pittura, scultura e azione live per realizzare un ambiente ricco di dettagli suggestivi e alieni: «Il mio obiettivo è quello di permettere a oggetti e materiali di rivelare inaspettate proprietà, al fine di aprire prospettive al di là della percezione quotidiana, umana».
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