ANTONIO LATELLA

Attore e regista napoletano trentacinquenne (ha lavorato con Castri, Ronconi, Gassman, De Capitani, Syxty). In questi ultimi anni ha alternato la sua attività di attore a quella di regista per arrivare nell’ultimo periodo ad impegnarsi esclusivamente nella regia.

Nel 2001 ha vinto:
il premio speciale UBU per il progetto Shakespeare ed oltre,
l’ XI edizione del premio intitolato a Luca Coppola e a Giancarlo Prati
il premio Girulà  per la drammaturgia.

Ha realizzato come regista gli spettacoli:ù
Agatha di Marguerite Duras (1998),
Otello  di William Shakespeare, produzione Elsinor (1999);
Macbeth di W. Shakespeare (2000), che ha messo in scena per il teatro Argot di Roma per Fontana Teatro;
Romeo e Giulietta di W. Shakespeare, produzione Out - Off (2000);
Amleto
di W. Shakespeare,  produzione Elsinor (2001);
Stretta sorveglianza, produzione Out - Off di Jean Genet (2001)
Pilade di Pier Paolo Pasolini, produzione Out Off (2002);
I Negri di Jean Genet (2002) produzione Nuovo Teatro Nuovo (2002); ù
uno studio sul Riccado III di W. Shakespeare produzione Elsinor (2002);
Querelle da Jean Genet, produzione Nuovo Teatro Nuovo Teatro Garibaldi(2002);
I trionfi di G. Testori, produzione Elsinor (2003);
La dodicesima notte di W. Shakespeare, produzione Teatro Stabile dell’Umbria (2003),
Porcile  di Pier Paolo Pasolini produzione Nuovo Teatro Nuovo  in collaborazione con Festival di Salisburgo/Young Directors Project;
La tempesta di W. Shakespeare, produzione Teatro Stabile dell’Umbria (2003),
La bisbetica domata di W. Shakespeare,  produzione Elsinor (2003)


LENZ RIFRAZIONI

Büchner, Hölderlin, Lenz, Kleist, Rilke, Dostoevskij, Majakovskij: questi gli autori che hanno segnato i progetti monografici e pluriennali di Lenz Rifrazioni, a partire dal 1985. A Shakespeare e al Faust di Goethe sono stati dedicati i recenti progetti triennali del teatro di ricerca di Parma. Il primo (1997-2000) si è concluso con l’allestimento di Ham-let, invitato in importanti teatri e rassegne italiane tra cui il Festival del Teatro d’Europa. Il secondo, dedicato al Faust (2000-2002), ha visto la messinscena di Urfaust, Faust I e Faust II, tre spettacoli che hanno ricomposto il grandioso affresco del capolavoro di Goethe. Il Progetto Grimm di Lenz Rifrazioni è nato invece nel 2001, a partire da un frammento drammaturgico inserito nell’ Urfaust, tratto dalla fiaba Sotto il ginepro dei Fratelli Grimm. Prime tappe del progetto sono Cenerentola e Biancaneve, visionari allestimenti fedeli al testo originale dei due celebri cult dell’immaginario dell’infanzia, invitati in importanti festival e rassegne a Lille, Madrid, Il Cairo e Shanghai. Cappuccetto Rosso e Pollicino sono le fiabe che compongono il prossimo dittico. Il Progetto triennale 2002-2005 è dedicato alle opere di Pedro Calderón de la Barca, con la messinscena de La vita è sogno, Il magico prodigioso e Il principe costante.
Un’estrema e radicale fedeltà alla parola del testo, sviscerata, tradotta e adattata per la scena e un lungo lavoro laboratoriale con gli attori. Un ensemble artistico stabile che comprende al suo interno attori disabili intellettivi e fisici. La poetica di Lenz Rifrazioni si compie nella messinscena di grandi testi classici considerati irrappresentabili per la loro sperimentalità linguistica o drammaturgica. Proseguendo con assoluto rigore il proprio percorso estetico e poetico, Lenz esprime una progettualità artistica riconosciuta come una delle più originali ed interessanti nel teatro di ricerca italiano.
La drammaturgia e la regia delle messinscene è di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Adriano Engelbrecht cura un progetto pluriennale dedicato alla poesia. Le scene e i costumi delle opere di Lenz sono realizzate da Maria Federica Maestri, segnalata dalla critica per il suo lavoro di “drammaturgia della materia”, per il sistema di segni visivi che costituiscono il suo personalissimo “paint-acted”. Nel 1997 a Lenz Rifrazioni è stato assegnato il Premio per la Ricerca Teatrale dall'Associazione Nazionale. Dal 1996 Lenz Rifrazioni cura la direzione artistica e organizzativa del Festival Internazionale NATURA DÈI TEATRI - Laboratorio delle arti, che si svolge in luoghi storici, monumentali e naturali della provincia di Parma.
Un progetto articolato, denominato PRATICHE DI TEATRO, caratterizza Lenz Rifrazioni nel campo della formazione teatrale. Si tratta di Laboratori per la Formazione dell’Attore che si suddividono in Laboratorio Base, Avanzato, Perfezionamento e Scuola. PRATICHE DI TEATRO SOCIALE attiva percorsi di sensibilizzazione teatrale che prevedono la progettazione di laboratori integrati rivolti a disabili intellettivi e psichici.
La compagnia ha la propria sede a Lenz Teatro, spazio di origine industriale di circa 1000 mq completamente ristrutturato, dotato di due sale, uffici, camerini e laboratorio.


COMPAGNIA LOMBARDI-TIEZZI

Riuniti sotto il nome Il Carrozzone, Federico Tiezzi, Sandro Lombardi e Marion D'Amburgo debuttano nel 1972 con La donna stanca incontra il sole, spettacolo di forte matrice figurativa. I successivi Presagi del vampiro, 1977, e Vedute di Porto Said, 1978, coniugano studio sullo spazio e impostazione analitica. L'affermazione a livello europeo è segnata da due lavori sul finire degli anni '70: Punto di rottura e Crollo Nervoso. Gli anni '80 sono segnati dall'elaborazione del teatro di poesia, inizialmente con una trilogia dello stesso Tiezzi (Perdita di memoria) presentata alla Biennale veneziana del 1985. Segue una ricognizione su alcune figure chiave del teatro del novecento, a cominciare da Beckett: Come è debutta, con drammaturgia di Franco Quadri, nel 1987. Dopo Beckett, Heiner Müller, di cui nel 1988 Tiezzi mette in scena Hamletmaschine e Medeamaterial. Segue la realizzazione di tre spettacoli danteschi: con la collaborazione drammaturgica di Edoardo Sanguineti, Mario Luzi e Giovanni Giudici, questa operazione sigla l'approdo definitivo a un teatro di poesia inteso come globalità di drammaturgia in versi e di scrittura scenica.  La forte componente visiva degli esordi rispunta nei più recenti spettacoli (Adelchi di Alessandro Manzoni, Finale di partita di Samuel Beckett, 1992) unendosi a una ricognizione su alcuni autori particolarmente interessanti dal punto di vista della “scrittura per attori”: Giovanni Testori di cui vengono realizzati ben quattro titoli (Edipus, 1994, Cleopatràs, 1996, Due lai, 1998, L’Ambleto, 2001), Pier Paolo Pasolini (Porcile, 1994), Mario Luzi (Felicità turbate al Maggio Musicale Fiorentino del 1995 con musiche originali di Giacomo Manzoni), Bertolt Brecht (Nella giungla delle città, 1997, Antigone di Sofocle, 2004), Thomas Bernhard (L’apparenza inganna, 2001). Sono anni di esperienze importanti (e anche ripetutamente premiate) nei quali Tiezzi mette a fuoco in modo sempre più stringente la pratica del teatro di poesia (esemplari, in tal senso, le Scene di Amleto, 1998-2000) mentre Lombardi allarga il suo campo di azione a contatto con autori (Testori, Bernhard) che dalle sue interpretazioni ricevono una nuova, inaspettata luce.

L’attività all’estero della Compagnia ha riguardato negli ultimi due anni in particolar modo il recital DANTE – INFERNO, presentato a Londra, Madrid, Bucarest e Colonia in collaborazione con gli Istituti Italiani di Cultura. Nell’ottobre 2003, ha inoltre partecipato al Festival Les Italiens, organizzato a Parigi dall’Ente Teatrale Italiano, con L’AMBLETO,  l’ultimo spettacolo di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi da Giovanni Testori, assai apprezzato dal pubblico e dalla critica per i suoi riferimenti shakespeariani e la sua scrittura brillante e al tempo stesso profonda.

Il prossimo spettacolo in programma è e Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini di Mario Luzi che debutterà al Teatro dei Rozzi di Siena l’8 ottobre 2004.


MARION D'AMBURGO

Attrice e costumista compie i suoi studi a Firenze, dove attualmente vive e lavora.
Con Federico Tiezzi e Sandro Lombardi fonda nel 1972 a Firenze il gruppo «il Carrozzone» (poi « Compagnia Teatrale «i Magazzini»).
Tra il 1974 e il 75’ segue i laboratori di Robert Wilson a Roma e di Jerzy Grotowski a Venezia.
Debutta con Morte di Francesco nel (1972), cui fanno seguito, La donna stanca incontra il sole (1973), Punto di rottura (1979), Crollo Nervoso (1980), Sulla strada (1982), Genet a Tangeri (1984), Ritratto dell'attore da giovane (1985), Vita immaginaria di Paolo Uccello (1985), tutti su testo e per la regia di Federico Tiezzi.
Nel 1987 interpreta Come é, regia di Tiezzi. Nel 1988 é Madre Courage per la regia di Billi e Marconcini. Sempre nel 1988 interpreta  Medeamaterial  di Heiner Muller per la regia di Federico Tiezzi, nel 1989 é la Sgricia nei Giganti della montagna  di Luigi Pirandello  per la regia di Carlo Quartucci.
In seguito partecipa alle tre elaborazioni drammaturgiche su Inferno, Purgatorio, Paradiso, appositamente scritte per la sua compagnia da tre poeti, Edoardo Sanguineti, Mario Luzi, Giovanni Giudici, presentati in seguito anche al Ravenna Festival, con musiche di Sciarrino, Nono, Manzoni. Nel 1996 interpreta Giorni Felici di Samuel Beckett per la regia di Giancarlo Cauteruccio.
Nel novembre1997 porta in scena Il Cantico dei Cantici di Salomone  a cura di Federico Tiezzi.
Nel 1999 interpreta Giocasta nel Polinice / Antigone di Vittorio Alfieri per la regia di Walter Malosti nello stesso anno è Polonio  in Scene di Amleto, per la regia di Federico Tiezzi.
Nel 2000 porta in scena Savinio - Puer Aeternus da La Nostra Anima di Alberto Savinio, per la regia di Alessio Pizzech.
Nel 2001 disegna i costumi per l’Ambleto di Giovanni Testori per la regia di Federico Tiezzi.
Nel 2002 disegna i costumi per Boheme di Giacomo Puccini, regia di Giovanni Scandella, per il teatro Comunale di Modena.
Cura la regia delle Antigoni di Lina Prosa.
Interpreta il doppio personaggio di Marcolfa e dello Speaker nel Don Pirliplin di Bruno Maderna per la regia di Francesco Torrigiani.
Con regia di Federico Tiezzi, disegna i costumi e interpreta l’attrice regina in Amleto di William Shakespeare.
Nel 2003 porta in scena Pupa e Regina Opere di Fango di Franco Scaldati.
Nel 2004 è interprete di Grimmm per la regia di Giovanni Scandella.
Disegna i costumi ed  è attrice nell’Antigone di Bertold Brecht per la regia di Federico Tiezzi.
Disegna i costumi per Cantos, concerto scenico di Francesca della Monica per la regia di Massimo Verdastro.
Ha lavorato con musicisti quali Azio Corghi, Jon Hassel, Giancarlo Cardini, Giacomo Manzoni.


LAMINARIE

La Compagnia Laminarie, fondata da Febo Del Zozzo e Bruna Gambarelli nel 1994*, rivolge la propria attività sia all'elaborazione di linguaggi teatrali originali nel campo del Teatro di Ricerca che allo studio e alla ricerca teatrale in campo infantile e adolescenziale. Laminarie realizza inoltre scambi culturali soprattutto con l'area balcanica e produzione di video d'arte.
Segnalatasi con il primo spettacolo Tu, misura assoluta di tutte le cose (1996, Premio Iceberg e Premio Dani Teatra Miladih assegnato dalla giuria del Festival Internazionale di Mostar), nel 1997 produce Prometej (spettacolo nato da un laboratorio svolto a Mostar con attori locali) e Poema della forza, invitato dai principali Festival italiani del settore e a Sarajevo.
Nel 1998 intraprende il progetto triennale Eudemonica in collaborazione con la Regione Emilia Romagna, il Comune di Bologna, il Comitato "Bologna 2000" e lo State Drama Theatre di Plovdiv (Bulgaria), la prima parte, Stratagemma n.1 si realizza a Bologna, seguita dalla seconda nel '99 Stratagemma n.2, progettata presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo con attori del luogo. Stratagemma n.3 è stato elaborato nell’ ottobre del 2000 in Bulgaria in collaborazione con il Drama Theatre di Plovdiv (Bulgaria), con attori bulgari. L'evento conclusivo ha riunito i tre Stratagemmi e tutti gli attori coinvolti e si è tenuto a Bologna nel febbraio 2001 presso Teatri di Vita, all'interno delle manifestazioni per 'Bologna 2000 - Città europea della Cultura'.
Nel 1999 sono stati realizzati due spettacoli di Teatro per i bambini, Il Principe stregato, una favola teatrale per bambini, tratta dall’omonima fiaba popolare russa raccolta da Aleksander Afanasjev: una narrazione realizzata attraverso la sovrapposizione di elementi narrativi, sonori e figurativi che si avvale di una scenografia luminosa e La Guardiana delle oche una fiaba itinerante tratta da una delle favole dei fratelli Grimm: un percorso fiabesco in cui lo spettatore entra nella narrazione, insieme a cavalli, oche e pesci.
Esagera è la produzione nata nel 2000 che ha debuttato in giugno a Roma, nell’ambito della rassegna ETI Maggio cercando i teatri: lo spettacolo, diviso in due zone, trae spunto dagli scritti teatrali di Varlam Salamov, vittima dei Gulag, e si incentra sulla dolorosa vita nei campi di lavoro, in una dimensione scenica ridotta all’essenzialità del minuscolo territorio di una stanza -una nicchia di libertà per il recluso- e il suono delimita e segnala i tempi e i ritmi delle azioni.
Nel giugno 2001 ad Alessandria, nell’ambito della rassegna Valdapozzo, è stato presentato lo studio scenico Bisce tratto dal romanzo omonimo dello scrittore bulgaro Jordan Radickov che ha replicato nel marzo 2002, al Teatro Nazionale “Ivan Vazov” di Sofia e allo State Drama Theatre di Plovdiv in Bulgaria: storie di ramarri, lucertole e bisce che prendono forma nelle parole e nei gesti dell’attore, unico presente in scena.
In aprile 2002 debutta nell’ambito del Festival Internazionale sullo Spettacolo Contemporaneo Non Io, alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna Serpenti e Bisce, rappresentazione in due atti autonomi di 30 minuti ciascuno: il dittico Serpenti e Bisce è basato su azioni scultoree, suoni elettrici e voci femminili che raccontano storie di serpenti attraverso gesti e con l’ausilio di suoni, una particolare composizione sonora ipnotica.
Nel luglio dello stesso anno debutta Fiaba in città, una rappresentazione di teatro per i bambini in cui sono narrate due fiabe popolari: due fate raccontano una fiaba ma il narratore un po’ confuso mescola le trame delle fiabe più note creando scompiglio ma con l’aiuto dei bambini le fate riusciranno a rimettere ordine nei racconti.
In giugno 2003 debutta alla Salara - attuale sede del circolo Arcigay Il Cassero - la nuova produzione dedicata all’infanzia Jack e il fagiolo magico: lo spettacolo è una sintesi di diversi linguaggi – teatro, cinema, pittura (opere pittoriche di Giuliano Guatta) – raccolti in un unico evento che si sviluppa in forte relazione con le strutture architettoniche e si basa su una struttura a percorso flessibile, studiata appositamente per adattarsi e reagire ai diversi spazi architettonici che lo ospitano. Lo spettacolo è stato riallestito a fine giugno anche nella piazza coperta della Biblioteca Sala Borsa di Bologna nell’ambito delle iniziative di VivaBologna.
Nel 1994 sono stati fondatori dell'Associazione Laminarie anche Fabiana Terenzi e Clodomiro Colonna.


FRANCO SCALDATI

Franco Scaldati è uno degli esponenti europei del Teatro di Poesia. Si afferma alla fine degli anni settanta con il testo “Il pozzo dei pazzi”;  Scaldati, drammaturgo  regista , non si è mai fermato su stesso, sviluppando nell’ultimo decennio della sua lunga attività una fase nuova della sua ricerca teatrale in cui la drammaturgia coincide con gli spazi nuovi, da lui esplorati e vissuti con il suo ensemble di giovani attori. Il Giardino dell’Albergheria di Palermo è sede naturale del suo ultimo Teatro, quello che lui stesso definisce d’Incantamenti. “Pupa Regina opere di fango”, scritta nel febbraio del 2003, è un’opera che evoca le atmosfere sommerse del Giardino dell’Albergheria. Due fili trainanti del testo mistico e melodioso di Franco Scaldati, scena e sentimenti sono bilanciati da pesi antichi e immutabili: il giardino antico e i suoi personaggi, Pupa e Regina, modellano forme e orme del testo. Scena e sentimenti vengono rappresentati e narrati dalla cadenza superba del ritmo, pronto all’orchestrazione in quartine ed ottave. Franco Scaldati con “Pupa Regina opere di fango” riscrive a  partire dalla tradizione e dalla sua realtà culturale un nuovo teatro le cui azioni  rivivono su una scena, vibranti nella voce – strumento dell’interprete. Il canto è tangibile, s’intreccia in melodia e la voce dell’interprete diventa suono di visioni e visioni di suono. Il canto – lingua di Scaldati è il veicolo che conduce lo spettatore dentro l’occhio dell’attore, interprete delle sue paure, delle sue certezze, fragili ed eterne, delle sue tristezze e della sua muta disperazione della vita, dentro dunque una performance inevitabile. Ritmo e musicalità tessono una partitura aperta e scandita, fatta di parole già note e di note e in sé parole e immagini. L’azione narrata da Scaldati è fluido che inonda il “giardino antico” metafora sul teatro che è per l’autore ora più di prima, luogo delle immagini irreali, dove le anime assumono voce e corpo, dove non vivono per memoria di vivi, ma nella narrazione da loro stessi evocata. L’immagine-scena nella quale si muovono le due protagoniste, Pupa e Regina, è una visione già pronta di sensi e emozioni che raccontano azioni congelate dalla memoria e vissute dal ritmo delle voci. Teatro di voci è il teatro di Scaldati, un teatro che supera il Teatro di Poesia.  Alla musica, alle immagini e alla parola si intrecciano scene di incantamenti: voci racchiuse in una bolla di lacrime che sgocciolano lentamente secondo un ritmo ineffabile che vibra nella coscienza dello spettatore. Pupa e Regina si raccontano in un giardino che racconta tentazioni e desideri spenti nell’anima. Il concetto della morte che duella senza pudore con anime che desiderano vivere nonostante il silenzio della vita. La lingua di Scaldati è struggente, profonda, intensa, tersa, chiara, luccicante, emozionante, popolata di menti colme di sensi seppure fermate, armate e amate. I due personaggi nel ritmo linguistico di Scaldati appaiono anime in movimento, verità, entità senza tempo, oltre il tempo e scena per eccellenza. Tra Pupa e Regina si consuma un omicidio? Un atto d’amore? Si svelano alla fine e l’incantamento è immediato, lo spettatore scopre che forse egli stesso è Pupa o Regina, o Pupa e Regina insieme.


MK

Fondato nel 1997 a Salerno e poi stabilitosi Roma, il gruppo è orientato alla ricerca, in completa autonomia di metodo e creazione. I fondatori provengono da esperienze eterogenee, più legate alla musica che alla coreografia in senso tradizionale.
Attraverso spettacoli differenti, dal fibrillante duetto d’esordio e-ink alla partitura sbigottita di Addominale bianco fino agli esperimenti percettivi di Bird Watching, i danzatori di MK assumono il disequilibrio e lo spaesamento come strumenti per restituire al movimento e al corpo la pura ambivalenza della propia evidenza, fuori dal controllo operato dalle consuete grammatiche dell’immagine.
L’elaborazione sonora dal vivo e i set illuminotecnici creano ambienti dei quali il corpo è contemporaneamente burocrate e sabotatore. La performance rimane in bilico tra la formalizzazione di pretesti paradossali ed il disfacimento della coreografia, conferendo al ritmo e alla dinamica l’autorità necessaria per aprire inedite prospettive di comunicazione.
“La questione non è aderire formalmente ad un tracciato ma cedere qualcosa del proprio “stare in scena” a quell’ambito limitato di attrazioni scritturali che rendono la coreografia un’atto strategico di cambiamento anzichè un sistema di segni. Quel processo di cambiamento è lo spettacolo.”
Regolarmente invitato nei più importanti festival dedicati alle nuove frontiere della scena, il gruppo propone, accanto ad opere in sé compiute, percorsi performativi che si avvalgono di collaborazioni e intrusioni esterne e che costituiscono un’indagine sui confini dello spazio e del ritmo scenici: un’interrogazione sul senso della resa spettacolare, che utilizza luoghi con caratteristiche particolari (le Piscine Picornell di Barcellona, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, i giardini della Fondazione Gulbenkian di Lisbona, il padiglione eBO a Bologna, ecc...).