FRANCESCO PITITTO | BIOGRAFIA


FRANCESCO PITITTO | BIOGRAFIA


Nasce nel 1953 a Parma.


Nel 1975
dirige il “Collettivo Cinema Libero”, tra i primi cineclub indipendenti in Italia. Apprende nozioni pratiche di montaggio cinematografico a Milano presso una società di produzione. Realizza documentari cinematografici e programmi televisivi culturali per la Terza Rete Rai, in particolare una dedica all’opera del musicologo, critico d’arte e collezionista Luigi Magnani.

Nel 1977
traduce in lingua italiana, insieme a Giuseppe Ferrari, “Il cinema secondo Hitchcock” di François Truffaut (Pratiche Editrice) che, nelle diverse ristampe, diventerà un best-seller e un cult dell’editoria cinematografica.

Nel 1985
fonda, con Maria Federica Maestri, Lenz Rifrazioni compagnia di teatro di ricerca tra le più originali, visionarie ed estreme della seconda metà degli anni Ottanta, selezionata dall’autorevole critico e studioso di teatro Giuseppe Bartolucci.

Nel 1989
vince il premio Orizzonti Drammaturgia In-finita con il testo originale “Pur vivendo sulla terra gli uomini sono barche” ispirato a Vladimir Majakovskij. Cura, insieme a Maria Federica Maestri, la regia e la drammaturgia delle opere tetrali di Lenz Rifrazioni e la direzione artistica dei vari progetti culturali di Lenz Teatro, della scuola di formazione dell’attore “Pratiche di Teatro” e del Festival internazionale “Natura Dèi Teatri”, aderente all’associazione europea IRIS.
E’ autore di diversi testi originali, traduzioni e riscritture tra cui: “Sogno di una notte di metà estate”, “Romeo and Juliet”, “Richard II”, “Ham-let”, “Macbeth”, “Ur-Faust”, “Faust I”, “Faust II”, “La vita è sogno”, “Il Magico prodigioso” e “Il Principe costante”. In particolare le opere teatrali calderoniane vengono rappresentate in diverse città spagnole e ricevono il plauso dell’autorevole studioso catalano Ricard Salvat.

Nel 1993
Lenz Rifrazioni viene candidata, da diversi critici italiani, al premio UBU per il teatro di ricerca con la messa in scena di “Edipo il Tiranno” di Friedrich Hölderlin. L’anno successivo cura la regia, con la Maestri, di “Antigone” di Friedrich Hölderlin, per la prima volta tradotta in italiano.

Nel 1996
compone la prima mise en parole dei testi poeti di Pier Luigi Bacchini, considerato tra i più grandi poeti italiani viventi, iniziando una proficua relazione artistica con il poeta che dura da oltre un decennio.

Nel 1997
gli viene assegnato, insieme alla Maestri, il Premio per la Ricerca Teatrale dall’Associazione Nazionale Critici di Teatro.

Nel 1999
l’opera “Ham-let” viene invitata da Luca Ronconi al Festival del Teatro d’Europa del Piccolo Teatro di Milano e Guido Davico Bonino, autorevole critico e studioso di teatro, ne descrive l’assoluta originalità in un programma televisivo RAISAT.

Nel 2000
“Ur-Faust” viene rappresentato in prima nazionale al Teatro Farnese di Parma e dà inizio alla riscrittura e alla messa in scena del Faust segnalato dalla critica come progetto triennale di rilevanza nazionale (Renato Palazzi, Franco Cordelli, Titti Danese, Valeria Ottolenghi, Massimo Marino, Sebastiano Brizio, Gianni Manzella, Cristina Valenti e molti altri critici e studiosi di teatro italiani).

Nel 2002
le riscritture drammaturgiche di “Biancaneve” e “Cenerentola” dei fratelli Grimm, nella traduzione scenica di Lenz Rifrazioni, vengono invitate in rassegne internazionali a Lille, Madrid, Il Cairo, Shangai, Olot, Arles e Ivry.
Nello stesso anno assume l’incarico di docente esterno per l’insegnamento di regia teatrale alla Scuola d’Arte P.Toschi di Parma - corso di Discipline dello Spettacolo.

Nel 2003
realizza diversi videofilm tra cui “Figure Mosse” sull’esperienza teatrale in una comunità terapeutica, “Imagoturgia” con riprese al Prado e all’Accademia San Fernando di Madrid, “Fábrica Negra” nello spazio ex-industriale di Lenz Teatro, “Lenz in Cattedrale” performance teatrale nel Duomo di Parma.
Nello stesso anno “Cappuccetto Rosso”, di cui cura traduzione, drammaturgia e regia, inaugura al Teatro Duse di Bologna il I festival delle Interazioni Sociali diretto da Claudio Meldolesi e Franca Sivestri.

Nel 2004
l’opera “La vita è sogno”, nella traduzione scenica di Lenz Rifrazioni viene invitata al più prestigioso evento del teatro barocco spagnolo, la XXVII edizione del Festival del Teatro Classico di Almagro in Spagna.

Nel 2005
“Il Magico prodigioso” di Lenz Rifrazioni ottiene grande successo di pubblico e viene recensito favorevolmente dalla critica italiana, in particolare Franco Quadri su “La Repubblica” parla di “serata d’alto stile”.

All’inizio del 2006
compie, con la Maestri e la compagnia, un lungo viaggio in Spagna e Marocco per raccogliere materiale visivo utile alla imagoturgia, alla drammaturgia e alla ricerca attoriale per la messa in scena de “Il Principe costante”, il cui debutto europeo avverrà ad Alméria nel mese di marzo. Il viaggio parte da Burgos, dove viene rappresentato “Il Magico prodigioso”, e poi prosegue per Madrid, Cordoba, Siviglia, Algeciras, Tangeri, Ceuta, Volubilis, Meknes, Fès.
Nel giugno 2006
la messa in scena de “La vita è sogno” sarà oggetto di studio in un importante convegno internazionale - XVI SEMINARIO INTERNACIONAL - ANÁLISIS DE ESPECTÁCULOS TEATRALES (2000-2006) – a Madrid. La ripresa video dell’opera “La vita è sogno” viene inserita nel catalogo annuale della televisione nazionale spagnola.
Nel luglio 2006
Lenz Rifrazioni viene invitata, per la seconda volta, al Festival del Teatro Classico di Almagro con “Il Magico prodigioso”.

Nel 2007
crea, insieme con la Maestri, il progetto “As a little Phoenix_European Drama Project” che comprende la nuova produzione “Radical Change” dalle Metamorfosi di Ovidio e l’ospitalità di alcuni dei più prestigiosi registi, coreografi e compositori di musica elettronica europei come Robin Rimbaud Scanner con il quale inizia una proficua collaborazione. Il progetto viene indicato dalla critica come tra i più innovativi in Italia. In giugno, all’interno del ParmaPoesia Festival, viene rappresentata la mise en parole “Rilke_Bacchini” di cui scrive Magda Poli sul Corriere della Sera.
Il 5 novembre, presso Palazzo Marini a Roma, Lenz Rifrazioni riceve il premio nazionale “Aretê”per la migliore comunicazione responsabile nel settore del teatro italiano. Il premio, alla sua quarta edizione – nel 2005 è stato premiato il Piccolo Teatro di Milano – viene assegnato da una prestigiosa giuria, composta da giornalisti, economisti, responsabili della comunicazione e docenti universitari, ai soggetti che hanno realizzato il prodotto di comunicazione che meglio risponde ai criteri ispiratori di eticità, trasparenza, correttezza, sensibilità.

Nel 2008
Cura la drammaturgia e la imagoturgia di DAPHNE e IO dall’opera ovidiana. Le due creazioni vengono rappresentate in diversi teatri italiani e all’estero.
Cura la drammaturgia e la mise en parole di “Poliantea”, antologia delle opere poetiche di Pier Luigi Bacchini. La performance è realizzata con quattro attrici al festival ParmaPoesia. Traduce, riscrive e cura la imagoturgia di “Consegnaci, bambina,  i tuoi occhi” da Caperucita Roja di Federico García Lorca, l’opera viene rappresentata nelle sale della Reggia di Colorno alla XIII edizione del festival “Natura Dèi Teatri”. Lenz Rifrazioni presenta, inoltre, in prima nazionale il nuovo lavoro CHAOS, creazione di Maria Federica Maestri e Francesco Pititto. Corpo della ricerca visuale, visiva, filmica, spaziale, sonora è il Libro Primo de Le Metamorfosi di Ovidio tradotto da Lenz Rifrazioni in una scrittura performativa contemporanea.

Nel 2009
Cura la drammaturgia e l’imagoturgia di EXILIUM, nuovo progetto di visual e performing art, realizzato per la parte filmica in Romania e “diffuso” nello scenario urbano di alcune città italiane, ispirato  ai Tristia e le Epistulae ex Ponto, opere dell’esilio di Ovidio. Realizza un videofilm “Over construction” che si ispira al Correggio, in particolare al grande affresco nella cupola del Duomo di Parma.“Chaos” viene rappresentato al festival “NEXT” di Lille, mentre “Daphne” e “Io” sono invitati in diversi teatri spagnoli. Cura la drammaturgia e l’imagoturgia de LA GRANDE CICATRICE, una performance poetico visuale dai Tristia di Ovidio e dalla Todesfuge di Paul Celan.

Nel 2010
Cura la drammaturgia e l’imagoturgia di DIDO una rielaborazione drammaturgica e imagotugica ispirata alle Epistulae Heroidum di Ovidio, per la regia di Maria Federica Maestri. Nell’ambito del progetto “DIDO” elabora un nuovo lavoro di video art che viene realizzato in Tunisia/Cartagine e a Cartagena in Spagna.
DIE SCHACHTEL, l’apertura della quindicesima edizione del Festival Natura Dèi Teatri è affidata alla prima assoluta di Die Schachtel (La Scatola) l’opera musicale di Franco Evangelisti eseguita per l’occasione dall’ensemble Prometeo diretta da Marco Angius, con la supervisione strumentale di Salvatore Sciarrino e la rielaborazione drammaturgico-visiva di Francesco Pititto e Maria Federica Maestri. L’opera, che unisce la programmazione della Rassegna Traiettorie e quella di Natura Dèi Teatri, costituisce uno dei testi più rappresentativi e singolari del secondo Novecento e viene per l’occasione riproposto in co-produzione con il festival di musica contemporanea Traiettorie diretto da Martino Traversa.
Cura la drammaturgia e l’imagoturgia di HAMLET. L’installazione dell’Hamlet shakespeariano alla Rocca dei Rossi è la sintesi scenica delle sequenze visuali e performative di un progetto biennale sull’Amleto, interpretata da attori ex lungodegenti psichici del manicomio di Colorno; “summa” di una lunga e profonda esperienza artistica iniziata nel 2000 da Lenz Rifrazioni in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ausl di Parma.

Nel 2011
Cura la drammaturgia e l’imagoturgia de L’ISOLA DEI CANI nuovo progetto di creazione performativa. L’opera concepita in cinque quadri declinati tutti al femminile (le interpreti storiche della compagnia Sandra Soncini, Elena Sorbi, Valentina Barbarini e Barbara Voghera si alternano a nuove presenze come quella della danzatrice Monica Bianchi) si struttura in una successione di paesaggi drammaturgici e visuali autonomi connessi tra loro da uno scheletro mitico-allegorico di derivazione eliotiana. I cinque capitoli separati: Sepoltura, Partita, Bruciando, Agua, Tuono sono presentati anche nell’ambito della 16a edizione di Natura Dèi Teatri/InContemporanea Parma Festival (novembre 2011) intitolata Di uomini e di cani, mentre Bruciando, primo dei cinque capitoli che scandiscono l’opera, è stato rappresentato a Modena il 24 maggio a Palazzo Santa Margherita all’interno del programma di iniziative dedicate al teatro contemporaneo promosso dalla Galleria Civica.
In luglio vengono presentate in Portogallo, Daphne_You must be my tree e Io, paragrafi del progetto performativo Radical Change, traduzione visiva, filmica, spaziale, sonora delle Metamorfosi di Ovidio, che già hanno ottenuto un buon successo di critica e di pubblico nei contesti in cui sono state presentate sul territorio italiano e internazionale. Daphne e Io, sono presentate all’ottava edizione del Festival Escrita na paisagem, dedicata al tema del mito
negli spazi di Palazzo Don Manuel a Evora (PT), nel quadro del progetto Ambasciata del Teatro Italiano in Portogallo.  

Cura la drammaturgia e l’imagoturgia per il riallestimento di HAMLET alla Reggia di Colorno e la nuova creazione AENEIS.
AENEIS apre il festival internazionale Natura Dèi Teatri 2011 con il primo di sei capitoli tratti dall’Eneide di VIrgilio: Aeneis #1 “La corsa del cinghiale”, con le musiche composte ed eseguite live da Lillevan, musicista tedesco tra i più innovativi della scena elettronica europea. Aeneis #2 “Mi sottopongo al peso” in una performance corale sul tema della vecchiaia. Per questo e per altri due episodi di Aeneis la composizione musicale è di Andrea Azzali/Monophon, ricercatore e sperimentatore elettronico che da anni collaborazione con Lenz. Aeneis #3 “Il polmone” terzo episodio dell'Eneide di Lenz, un assolo di Giancarlo Ilari, attore di lunga vita artistica, con la performance live del musicista polacco Paul Wirkus, acclamato compositore di elettronica minimale. Aeneis # 4 “I draghi”: il celebre suicidio per amore di Didone, mitica regina di Cartagine, si rovescia in un glorioso atto di rivolta alla consuetudine sacrificale. Aeneis #5 “Di quali pene e torture” vede in scena per i giochi funebri in memoria di Anchise gli OvO, band black punk tra le più originali e radicali della musica italiana. Aeneis #6 “Carni arrostite” segna il passaggio in un aldilà dove non c'è riposo, ma allucinazioni visive e ossessioni.

Nel 2012
Cura la drammaturgia e l’imagoturgia del terzo riallestimento di HAMLET al Teatro Farnese di Parma.
Le diverse scene dell’Amleto si sono snodate nel teatro barocco più bello e maestoso al mondo, seguendo la fitta trama di un labirinto spaziale e mentale - Palazzo della Pilotta, Galleria Nazionale, Teatro Farnese - rifrazione dei molteplici nodi dell’enigma amletico contemporaneo. Il testo shakespeariano, la malattia, la follia, la reclusione, la debolezza che si muta in forza espressiva, la vecchiaia, l’adesione tra vita e teatro: tutto ciò ha fatto di Hamlet al Teatro Farnese un evento eccezionale nel suo porsi tra innovazione culturale e sensibilità sociale, tra storia e contemporaneità, tra patrimonio dell’umanità e arte performativa, un unicum nel legare monumento storico e drammaturgico con quello umano, esaltazione di bellezza da ritrovare. L’opera ha ottenuto un grandissimo successo di pubblico e critica. Cinque le repliche, oltre 300 gli spettatori, oltre 300 le persone in lista d’attesa, uno staff di 20 persone coinvolte nell’allestimento. HAMLET è stato realizzato in collaborazione con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna-Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici, Paesaggistici e Etnoantropologici di Parma e Piacenza, con il sostegno del Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale–Dipendenze Patologiche AUSL Parma, Mibac-Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma, Fondazione Monte di Parma, Camera di Commercio di Parma, con il patrocinio dell’Università degli Studi di Parma. Partecipa ad una giornata di studi curata dal critico Gianni Manzella “Dialoghi sull’Amleto di Lenz”: “Intorno ai numerosi nodi tematici sono stati chiamati a dialogare, oltre ai registi Maria Federica Maestri e Francesco Pititto, studiosi e critici di diverse discipline: Viviana Gravano (curatrice di arte contemporanea e professoressa di storia dell’arte presso l’Accademia delle Belle Arti di Milano e presso lo IED di Roma), Antonio Grulli (critico d’arte e curatore), Aneta Mancewicz (ricercatrice presso la Central School of Speech and Drama dell’Università di Londra), Carmelo Marabello (docente di filosofia e teoria dei media e antropologia visuale presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Messina e presso la Facoltà di Design e Arti dell’Università di Bolzano), Enrico Pitozzi (docente di Forme della scena multimediale presso il DMS dell’Università di Bologna ed Estetica delle interfacce presso l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano), Marco Pustianaz (docente di letteratura e teatro inglese presso l’Università del Piemonte Orientale), Luciana Rogozinski (saggista e critica d’arte contemporanea), Cristina Valenti (docente di Storia del Nuovo Teatro all’Università di Bologna e direttore artistico dell’Associazione Scenario).”

Nel 2013
Con PENTESILEA di H.von Kleist, nella versione performativa di Maria Federica Maestri e IMAGOTURGIA DELLA GRAZIA, nuova opera video di Francesco Pititto, Lenz Rifrazioni viene invitata al festival Short Theatre 2013 che si svolge al MACRO Testaccio-Pelanda di Roma.
Debutta la nuova opera I PROMESSI SPOSI. Il debutto e le repliche si svolgeranno all’interno del programma artistico della diciottesima edizione del festival internazionale d’arte performativa “Natura Dèi Teatri” e del Bicentenario Verdi/Wagner. Lo spazio scenico e installativo è posto nella grande sala Majakovskij di Lenz Teatro come ampio labirinto di sei stanze “degli incontri e delle apparizioni” per dieci stazioni (punto di vista dello spettatore itinerante) con videoproiezioni su schermi trasparenti, dove le immagini e i suoni vestono i corpi degli attori sensibili come involucri virtuali e concettuali. La drammaturgia musicale di Andrea Azzali, è stata elaborata sul Requiem di Giuseppe Verdi, offerto come “musica per una messa da morto” pochi giorni dopo i funerali di Alessandro Manzoni nel maggio 1873.