AENEIS #3 IL POLMONE

Ne Il Polmone un vecchio solo in scena sul bordo della fine. Giancarlo Ilari, attore di lunga vita artistica, intona il requiem di Anchise in una deflagrazione contemporanea che svuota l’agonia e l’orrore della vecchiaia da ogni retorica e lirismo. Dal polmone al respiro. Il polmone porta ossigeno al sangue e toglie anidride carbonica, poi la rigetta nell’aria. Un mosaico di piccole cellule, gli alveoli, poi il polmone si ferma, il respiro si ferma l’occhio si chiude ai compagni e il domani non esiste cade la vela, il vento è finito.

In questo grande progetto performativo le visioni di Lenz si sono fuse con le sonorità di quattro musicisti della scena elettronica internazionale: Lillevan, Paul Wirkus, gli OvO e Andrea Azzali-Monophon, impegnati nelle performance live dei singoli episodi.

Paul Wirkus, autore della performance live di A #3 Il polmone, considerato tra i massimi esponenti della musica elettronica contemporanea, è nato in Polonia nel 1967 e vive a Colonia. Dal 1990 è acclamato come compositore di elettronica minimale e di improvvisazione ed ottiene prestigiosi riconoscimenti internazionali. Il suo lavoro è stato apprezzato e recensito da riviste come le inglesi “The Wire” e “Pitchfork Media”, le tedesche “DE:BUG” e “Spex” e altre. Ha suonato live al Festival Sonar di Barcellona, a Musique Volantes di Parigi, al c/o pop Festival di Colonia, a Les Urbaines di Lausanne, al Wien Modern di Vienna.

music performance live | Paul Wirkus
creazione | Francesco Pititto | Maria Federica Maestri
imagoturgia | Francesco Pititto
installazione | Maria Federica Maestri
performer | Giancarlo Ilari
disegno luci | Gianluca Bergamini
assistente alla regia | Elena Sorbi
produzione | Ilaria Montanari

Un anziano uomo abbandonato su un lettino d’ospedale o forse d’obitorio. Un testo in tre lingue che scorre proiettato nella stanza grigia. Ricorda L’Eneide, la morte del padre Anchise. Immagine come il Cristo morto di Mantegna. Tubi e tubicini. Nebbia.
Il teatro contemporaneo gioca di solito su due piani diversi. O quello immersivo o quello straniante, che scompone e discute gli elementi dello spettacolo. Lenz Rifrazioni segue una strada originale, in cui l’immersione è ottenuta per scomposizione, tradimento, reinvenzione di strutturati, letterari materiali di partenza. Nell’edizione presente dell’ormai storico festival Natura dèi Teatri, inserito dallo scorso anno nel network dei festival parmensi InContemporanea, presenta non un nuovo spettacolo ma varie tappe di decifrazione e ricreazione del poema virgiliano, una puntata diversa ogni volta. Quella a cui ho assistito io è la terza, Aeneis #3. Il polmone, segnata dal respiro del vecchio Anchise morente, che nel primo episodio era stato sdoppiato nel dio Giove.
In scena un attore di lunga navigazione e di densa bravura come Giancarlo Ilari, uno dei nomi storici del Cut e poi del Collettivo di Parma, classe 1927. Una presenza fragile e potente, desolata e guizzante.
I registi Maria Federica Maestri e Francesco Pititto sezionano, come al loro solito, gli elementi dello spettacolo: il testo diventa, in questo caso, proiezione (oltre che reinvenzione), segno grafico oltre che parola. Il movimento in cerca di (ultimo) respiro del quasi cadavere che si solleva dal letto diviene trascinarsi verso soglie opache, con un guinzaglio vuoto. Entra un altro dei filoni del festival, noi e i cani, e gli animali, con frasi che ricordano la capacità del cane di sentire il padrone anche sotto il cumulo di terra della tomba.
Un’altra delle caratteristiche del ciclo è l’attenzione particolare rivolta alla creazione sonora, ogni volta affidata a un artista diverso: in questo caso la performance musicale live di Paul Wirkus immerge ancor di più in un clima insieme finale e di nostalgia irrimediabile. Il volto proiettao, come il respiro amplificato del performer, si frange in mute memorie e introspezioni, in un desolato corpo a corpo con la morte che cerca di rapire aria alla sfuggente vita.
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Massimo Marino, Controscene – Corriere della Sera, 18 novembre 2011

 

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